Là dove scorre il grande fiume

Fra Lomellina e Oltrepò si estendono le risaie da cui Riso Carena ottiene ottimi prodotti sia nelle varianti da seme, sia in quelle destinate al confezionamento, da cui ottenere in pochi minuti un gustoso risotto

Il Po scorre qui vicino, transita sotto l’antico ponte della Gerola per poi scorrere più a sud ed incontrare il Ticino nella confluenza dopo Pavia al ponte della Becca. Dietro la Riseria e l’abitazione della famiglia Carena, a Sannazzaro de’ Burgondi in provincia di Pavia, i prati scendono piano piano verso le golene del grande fiume che, qui, segna il confine tra le ultime propaggini della Lomellina e le prime avvisaglie di Oltrepò. E la famiglia Carena, delle due terre che si dividono gran parte del territorio pavese, ha certamente assorbito le migliori qualità, ovvero la duttilità dei lomellini e la tenacia degli oltrepadani. 
 

Il risultato è un’azienda che da oltre venticinque anni è cresciuta intorno al riso che, da queste parti, è il sovrano incontrastato di terre, acque e, poi, dei piatti in tavola. 
 

“Agli inizi della nostra storia, tra il finire degli anni ’80 ed i primi anni ’90, eravamo coltivatori e conduttori dei terreni e ci dedicavamo in modo pressoché esclusivo alla  produzione di riso da seme”, spiega la signora Angela Vacchini che è il cuore pulsante dell’azienda, mentre il marito, Carlo Carena, è il geniale inventore di macchine e impianti di una riseria che si è costruito ed ha aggiornato praticamente sempre in proprio, da solo.
 

Si diceva del riso da seme, ovvero il riso coltivato per permettere poi ad altri di seminarlo e coltivare riso da lavorare e vendere. Questo tipo di attività, con Carlo Carena sui trattori ed Angela Vacchini a gestire il resto dell’azienda, si è protratta per qualche anno. “Il lavoro non ci mancava di certo, dal momento che il nostro riso da seme era particolarmente richiesto dal Consorzio Agrario Provinciale di Pavia, dall’Ente Risi e da una serie di realtà primarie del settore risicolo”, continua il racconto di Angela Vacchini.
 

Non tutto il riso da seme veniva fornito a Consorzio, Ente Risi ed aziende. Restavano quantitativi minori che la riseria della famiglia Carena lavorava e vendeva per consumo alimentare. Poi, ad un certo punto, è scoccata la scintilla dell’idea che avrebbe cambiato il corso del business aziendale di Riso Carena.
 

“Dapprima abbiamo cominciato a lavorare quote maggiori di riso riscontrando il gradimento dei clienti per la qualità”, prosegue Angela Vacchini. “Ma volevamo dare più valore al nostro prodotto e lì è nata l’idea di confezionare una serie di risotti con il nostro riso ed una selezione di prodotti al naturale o liofilizzati per creare qualcosa che consentisse a tutti, in pochi minuti, di gustare un risotto fatto bene senza particolari difficoltà di preparazione. Una soluzione veloce ma efficace quando, magari, fosse arrivato un ospite all’ultimo momento a cena”. 
 

Il progetto ha preso forma e si è perfezionato progressivamente tra il 1993 ed il 1995. “Ne è passato di tempo da quando chiudevamo i sacchetti a mano uno ad uno”, ricorda Angela Vacchini. “All’epoca avevamo pensato sia ad una piccola gamma iniziale di risotti tradizionali, sia a qualche risotto speciale, ad esempio con i fiori di arancio od altri accostamenti particolari, soluzioni che per diverso tempo hanno incontrato il favore della clientela”. 
 

Il successo dell’idea era crescente, la richiesta in aumento e tale da indurre progressivamente la riseria ad occuparsi in modo pressoché esclusivo di confezionamento dei prodotti e della loro commercializzazione. Dal trattore all’impianto, Carlo Carena negli anni ha potenziato ed ottimizzato la sua riseria che ora è tutta computerizzata. Un programma ad hoc si preoccupa di selezionare i quantitativi necessari sia di riso sia di prodotti e, a fine percorso, il risottino, ma anche la zuppa o la minestra, escono già confezionati e sigillati. L’ultimo tocco è l’etichettatura che diventa anche fase di ultimo controllo prima della spedizione ai negozi ed ai ristoranti.


“Abbiamo fatto una scelta, magari azzardata, ma della quale non ci siamo mai pentiti, ovvero distribuire il nostro prodotto nei negozi di alimentari, ai ristoranti, nelle gastronomie, ma non nella grande distribuzione perché sentiamo il negoziante più vicino alla nostra mentalità e più attento a commercializzare il prodotto che ha sperimentato e che poi consiglia alla sua clientela. E non ci piaceva l’idea di veder stivati i nostri prodotti sugli scaffali di un centro commerciale in mezzo a centinaia d’altri, senza distinzione. Tanto, se il prodotto non va, poi viene reso”. 
 

Una scelta forte che ha avuto ricadute davvero sane dal punto di vista del fatturato, della redditività, ma anche del mantenimento pressoché a zero delle insolvenze in un decennio che, in fatto di crisi, non ha avuto precedenti.
 

Nello spaccio di Riso Carena fanno così bella mostra di sé le confezioni da 250 e 500 grammi di risottini alla milanese, alla valtellinese, al radicchio, agli asparagi, alla montanara, piuttosto che allo scoglio o altre specialità di riso e pesce. E ancora risi e bisi, le antiche minestre e, ormai da diversi anni, anche selezioni di vari tipi curati di legumi e farine per polenta. 
 

Ovviamente, sua maestà il riso la fa da padrone con il Carnaroli, ma anche il riso nero, il riso rosso, il riso integrale, l’Arborio, il Roma, il riso lungo per le insalate e tanto altro ancora.
 

Il Po scorre qui vicino, transita sotto l’antico ponte della Gerola… e qui, in primavera, albe e tramonti non hanno nulla da invidiare a panorami di altri mondi. Perché il sole che si alza e poi cala riflettendosi sull’acqua delle risaie allagate in ogni lembo di terra qui intorno disegna riflessi e suggestioni che intender non le può chi non le prova. 
 

Ma solo per poche settimane all’anno, quando la Lomellina si trasforma in un arcipelago di luci soffuse, foschie rade e colori pastello che si riuniscono per accompagnare la nascita e la crescita di sua maestà, il riso nuovo. 

Piani di sviluppo rurale: a verona un convegno CIA

Aderendo al gradito e cortese invito di CIA (Confederazione Italiana Agricoltura), Banco Desio ha partecipato sabato 12 dicembre scorso ad un convegno che si è tenuto presso la sede congressi di CIA a Verona. Nel corso dell’incontro, che nella prima parte è stato dedicato ai soli associati nell’esame ed approvazione del bilancio preventivo 2016, la dottoressa Sara Birtele ha illustrato nel dettaglio le prime misure del PSR che sono in apertura e che metteranno a disposizione una consistente dotazione di contributi a fondo perduto sia alle aziende agricole neo costituite da imprenditori under 40, sia a tutte le aziende che effettueranno vari tipi di investimenti tecnici, strumentali e strutturali. 


Nel successivo intervento, Gianmichele Passerini, presidente del consorzio di garanzia, ha illustrato le iniziative del Confidi a sostegno delle aziende agricole veronesi e venete nel loro iter di accesso al credito ed ha teso la mano anche a Banco Desio auspicando nel breve periodo la realizzazione di una convenzione con il nostro Istituto. Infine è stato invitato all’intervento Fabio Babetto, referente agrario per Banco Desio, che, come a suo tempo richiesto da CIA, ha illustrato le principali tematiche legate al rating, ma ha pure delineato le iniziative di Banco Desio in agricoltura, rispondendo poi anche alle domande pervenute da una platea folta e molto interessata. 
 

Ha infine preso la parola Silvio Di Lucanardo, responsabile dell’Area Verona di Banco Desio, per ribadire le linee guida storiche e consolidate dell’operare del nostro Istituto e per illustrare la sua radicata presenza in Veneto, attraverso la rete delle nostre filiali. All’incontro di sabato 12 dicembre erano presenti anche i direttori delle filiali di Verona e provincia ed i funzionari dell’Area Verona.
 

Nel prossimo mese di febbraio Banco Desio sarà ancora ospite di CIA, questa volta a Treviso, per un convegno dedicato in modo esclusivo al credito per l’agricoltura ed al quale sono invitate tutte le principali banche operanti sul territorio.

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Ultima modifica 25/02/2016