La conquista di tornare a vivere

A colloquio con Paolo Colonna, tra i fondatori de Il Volo Società Cooperativa Sociale Onlus di Monticello Brianza

Ci sono persone capaci di andare oltre la superficie delle cose, spezzando la crosta dell’apparenza e trovando la carne viva dei problemi, delle sofferenze, della speranza.

Paolo Colonna è una di queste persone. Ingegnere chimico, Master in Business Administration ad Harvard Business School, esperienza trentennale nel Private Equity, promotore di operazioni di rilancio industriale di marchi del calibro di Marazzi, Ferretti, Valentino e Grandi Navi Veloci, lo ritroviamo sorridente e cordiale negli uffici di Permira, nel pieno centro di Milano. Qui non ci parla dei suoi innumerevoli successi professionali, ma del proprio impegno nel no profit. Si deve infatti anche a Paolo Colonna la nascita di Il Volo onlus, una società cooperativa senza fini di lucro che si occupa della gestione di servizi socio-sanitari ed educativi finalizzati alla prevenzione, all’intervento e al reinserimento sociale di persone con problemi di tipo psichiatrico: “Tutto è nato nel 2000 – spiega Colonna, seduto di fronte a noi, illuminato da un raggio di sole che filtra dalla finestra – Durante una cena il Professor Giorgio Rezzonico, oggi presidente della onlus, mi disse che intendeva portare in Italia il modello di cura del Dottor Carlo Perris, già sperimentato con successo in Svezia e in Svizzera”. Evidentemente per Colonna se le imprese non sono delicate e impegnative non meritano attenzione. E così ha subito premuto a tavoletta sull’acceleratore, affiancato da altri professionisti e medici: “E’ nata l’opportunità di acquistare la vecchia Villa Ratti di Monticello Brianza, in provincia di Lecco. Ricorrendo solamente a donazioni, l’abbiamo ristrutturata.

E abbiamo portato in Italia questo modello di cura, che oggi ci sta dando tante soddisfazioni e ci fa guardare al futuro con entusiasmo”.

In pochi anni sono già stati accolti quasi duecento giovani che soffrono di gravi disturbi di personalità: “Vengono ospitati venti ragazzi per 365 giorni l’anno – dice Colonna - I giovani che possono essere coinvolti in questo percorso hanno tra i 18 e i 32 anni. Sono quindi maggiorenni e decidono volontariamente di iniziare e proseguire questo percorso. Si curano in particolare patologie psichiatriche borderline, ovvero disturbi della personalità molto gravi, che spesso sfociano in atti di violenza verso se stessi e verso gli altri. E’ un problema importante e purtroppo in aumento. Ma il bello è sapere e constatare che si tratta di una malattia guaribile”.

Per disturbo di personalità si intende, sul piano diagnostico, una condizione di grave sofferenza psichica, che si può manifestare nell’adolescenza o nei giovani adulti. E’ caratterizzata da un’importante instabilità delle emozioni e delle relazioni interpersonali. Ad essa si associano spesso impulsività, gravi comportamenti a rischio (autolesione, tentativi di suicidio, abuso d’alcool e stupefacenti, problemi alimentari, guida pericolosa). Si tratta di atteggiamenti che sono duraturi nel tempo, non si modificano e si manifestano in tutti gli aspetti della vita della persona: “Le persone affette da un disturbo borderline della personalità – aggiunge la Dottoressa Rita Bisanti, altro pilastro essenziale de Il Volo onlus, punto di riferimento nel centro di Villa Ratti - mostrano in modo costante e pervasivo instabilità e drammaticità nella manifestazione delle emozioni, in genere accompagnati da disturbi dell’identità, delle relazioni interpersonali, dell’umore, del controllo degli impulsi in ambiti che possono danneggiare la persona. Si tratta di un disturbo che, se non trattato in modo adeguato, tende a evolvere in manifestazioni psicopatologiche gravi quali rischi di suicidio, tossicodipendenze, psicosi oppure a orientarsi verso una deriva di emarginazione sociale susseguente a ripetuti comportamenti antisociali e delinquenziali”. 

Ma tutto può essere risolto: “In poco meno di due anni riusciamo a riportare queste persone alla normalità – interviene ancora Paolo Colonna - Tornano a vivere, a guidare l’auto, a lavorare, a sposarsi”. 

Serve tuttavia un lavoro paziente, meticoloso e severo.

Lo fanno quelli de Il Volo onlus, articolando i propri interventi attraverso la Comunità Terapeutica Riabilitativa Villa Ratti di Monticello Brianza, il Centro Studi Carlo Perris di Monticello Brianza e il Centro di Psicologia Clinica e Prevenzione di Casatenovo. Operano con l’accreditamento e un contratto con Regione Lombardia e contano sulla certificazione di Qualità ISO 9001:2008 (codice 38a | 38f) con attestazione n. 591, che si riferisce alla progettazione e all’erogazione di servizi terapeutico- riabilitativi in regime residenziale diretti a persone con diagnosi di disturbo della personalità.

Le attività che coinvolgono gli ospiti sono tre: “C’è un percorso psicologico, che si avvale di un’equipe multidisciplinare di professionisti qualificati - spiega Colonna - Si lavora con la persona, il gruppo e la famiglia.

C’è poi un processo di riadattamento alla vita, aiutando i ragazzi a riavviare il meccanismo accettazione di se stessi. Banalmente si tratta di aiutarli a lavarsi, pulirsi, relazionarsi e via discorrendo. Infine ci si apre al lavoro, che rende costante il recupero ed impedisce ricadute.

Si fanno in questo senso quattro attività interne: cucina, orto, uso del computer e arte, soprattutto pittura, ma anche scultura e fotografia”. Questo processo ha portato alla nascita di tre progetti di imprenditoria sociale: la Trattoria del Volo di Casatenovo (120 posti in un’antica locanda aperta al pubblico e assai apprezzata), Il Volo Catering e Il giardino del Volo, ovvero vendita di prodotti a chilometro zero coltivati nei terreni gestiti dalla cooperativa. In tutte queste attività i giovani ospiti della comunità sono protagonisti e restano impegnati negli ultimi otto mesi della residenzialità e nei primi dodici mesi dopo la fine della terapia: “Facciamo da ponte, non da mamma, vogliamo renderli autonomi” – precisa Colonna, che ha seguito fin dai primi passi questo progetto e oggi apprezza i primi frutti: “Il bello del progetto è aver preso atto di un cambiamento di cultura – dice - Negli ultimi due anni facciamo una bella festa di Natale. Cosa c’entra, mi chiederete? Le prime feste erano tristi: ci si piangeva un po’ addosso, c’era chi diceva ‘vedi come sono sfortunato’, ‘perché è successo proprio a me’... ora invece si parla di futuro, di lavoro, di famiglia. Non si guarda più dietro o dentro se stessi, ma si guarda avanti, al domani. C’è in queste persone la smania di tornare Associazioni in pista. Tornano a trovarci persone che sono guarite e gli altri che sono in cammino con noi capiscono che anche loro ce la possono fare. C’è chi è andato a lavorare in un albergo a 5 stelle, chi lavora come infermiere in grandi strutture sanitarie. Lo ripeto: si possono riportare molte persone ad una vita normale”. Lo ripete con forza il nostro interlocutore: “Quello del disturbo psichiatrico è un tema che fa paura. E’ come se fosse colpa tua. E allora metti tutto sotto il tappeto, preferisci non far vedere la cosa, non vuoi che si sappia. Ci si vergogna.  Io dico: venite a consigliarvi, parlatene, non mettete la testa sotto la sabbia. Se ne può uscire”. 

Lo dice un professionista, che ha fatto le proprie fortune in ben altri scenari. Eppure oggi con energia offre la propria esperienza anche al mondo del no profit: “Ho sempre lavorato nel private equity: aiuto gli altri a fare, so aiutare i grandi nomi a crescere, a svilupparsi. Sono una spalla. Un medico spesso sa fare il suo lavoro alla grande, ma magari non è capace di gestire il resto, reperire fondi, gestirli, sviluppare. Ecco che intervengo io. 

Ho cercato di portare la cultura del profit nel no profit.  Voglio fare un appello ai professionisti: dedicate poche ore, mettete a disposizione una piccola parte del vostro tempo prestando la professionalità che avete ad un’associazione, ad un ente. Questo mondo sarà migliore”.

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Ultima modifica 23/12/2016