Cancro Primo Aiuto, per non arrendersi. Mai.

Alle pareti della piccola sala riunioni nella sede monzese di Cancro Primo Aiuto sono appesi, ben incorniciati, alcuni dei riconoscimenti assegnati alla onlus, che dal 1995 si occupa di proporre iniziative nel campo dell’assistenza socio-sanitaria a favore degli ammalati di cancro e dei loro familiari.

C’è una frase che spicca su tante ed è scritta nella pergamena della Civica Benemerenza dell’Ambrogino d’Oro, che il Comune di Milano ha consegnato nelle mani dell’amministratore delegato, Flavio Ferrari, nel 2011: “L’Associazione Cancro Primo Aiuto rappresenta un modello di solidarietà e umanità nel panorama delle associazioni assistenziali di Milano e della Lombardia” – si legge. Modello, ovvero esempio da seguire, da valorizzare: “Ne andiamo fieri – spiega Ferrari – Questa onlus ha nel proprio dna la capacità di aggregare per aiutare. In tutte le nostre pubblicazioni viene citata una frase: ‘Siamo solo uomini che aiutano altri uomini’. A coniarla è stato Walter Fontana, un uomo geniale e generoso, grande imprenditore e fine politico, nel cui nome la figlia Mirella e i soci fondatori hanno avviato e fatto crescere questa associazione”.

Fin dalle origini tante anime, una diversa dall’altra, ma tutte cucite con lo stesso filo, hanno remato nella direzione della solidarietà: imprenditori e specialisti, testimonial d’eccezione e volontari animati dall’amore verso il prossimo. Le attività e iniziative messe in campo dalla onlus sono davvero molteplici. Nel solo 2015 i numeri sono impressionanti: più di 50 strutture sanitarie e ospedaliere in cui è consolidata una collaborazione, 25 mila pazienti che hanno avuto a che fare con l’associazione, 50 mila prestazioni gratuite erogate, quasi 2 mila parrucche distribuite, 150 sponsor e una radicata presenza sui mezzi di informazione. “Nel 2016 – aggiunge Ferrari – probabilmente riusciremo a raggiungere la quota record annuale di raccolta di beneficenza, 1,5 milioni di euro: tutto questo è possibile grazie all’impegno di una collaudata équipe, capace di proporre servizi di alta qualità, ma anche di creare una folta rete di sostenitori, che finanziano l’acquisto di attrezzature mediche e di strumenti e servizi a favore dei pazienti”.

Ed eccoli i servizi offerti: “Ci rivolgiamo prevalentemente agli ammalati di cancro e alle loro famiglie – spiega lo stesso Ferrari – Facciamo un gran lavoro anche sulla prevenzione, la cura, l’assistenza psicologica, medica e domiciliare, principalmente nell’ambito territoriale della Regione Lombardia. In un certo senso facciamo quello che la sanità pubblica non riesce a fare, colmiamo un vuoto, dando una mano alle famiglie”.

L’attività consiste in una consulenza totalmente gratuita, nell’aiuto realizzato tramite medici, paramedici, volontari e medici specialisti. Molti di loro partecipano al Comitato Tecnico Scientifico, altri svolgono semplicemente la loro missione in nome e per conto della onlus oppure nell’ambito delle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate. 

Visitando il rinnovato sito internet si possono trovare le molteplici iniziative organizzate a sostegno di Cancro Primo Aiuto: da gare internazionali di sci alpino (il Memorial Walter Fontana) a manifestazioni ciclistiche (la Santiago in rosa), da camminate solidali a festival del cibo, da tornei di carte a gare podistiche di altissi mo livello, da spettacoli teatrali a eventi musicali. In tutte le occasioni Cancro Primo Aiuto c’è, con il proprio marchio, con il proprio stile, con i propri progetti.

Anche Banco Desio ha voluto confermare il proprio sostegno ad uno di questi, contribuendo nella scorsa primavera all’acquisto di un acceleratore lineare per l’Ospedale San Gerardo di Monza, un nuovo macchinario utilizzato per la radioterapia ai malati di tumore.

Ogni anno la Radioterapia dell’Ospedale San Gerardo prende in carico circa 1.200 nuove persone malate e vengono studiati ed eseguiti oltre 1.600 piani di cura personalizzati: “L’obiettivo dell’Ospedale di Monza, con il quale collaboriamo assai positivamente – dice Ferrari – è quello di curare innovando, mettendo a disposizione dei pazienti il meglio per i loro trattamenti. 

Da qui il nostro impegno a fornire macchine tecnologicamente avanzate, perché mettiamo al centro l’ammalato e l’eccellenza degli standard terapeutici”.

Analoga iniziativa è stata lanciata all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: l’acceleratore lineare viene usato per la radioterapia intra-operatoria nella cura del tumore al seno.

Ci sono poi progetti certamente meno costosi, ma non per questo secondari. Come quello che ha portato nel tempo Cancro Primo Aiuto a fornire ai malati più di 5 mila parrucche. Le cure del tumore lasciano infatti il segno. La perdita dei capelli è la conseguenza più signifi cativa della chemioterapia. Così è nato il Progetto Parrucche, che permette alla donne costrette a sottoporsi a cicli di chemioterapia di ricevere gratuitamente una parrucca di ottima fattura. Anche grazie a Cancro Primo Aiuto molte persone, consapevoli di essere sull’orlo del burrone, trovano punti fermi dai quali è possibile risalire e affrontare la malattia: “Partiamo da una constatazione – scrive Ferrari nell’introduzione di una recente pubblicazione della onlus -; nonostante i progressi compiuti dalla medicina, la parola ‘cancro’ suscita ancora spavento, paura, angoscia, dubbi, insomma brutti pensieri.

Però si può affrontare, e va affrontato, in maniera positiva.

Perché, diciamolo in molto altrettanto forte e chiaro, si può guarire. In Italia oggi sei pazienti su dieci ce la fanno e ci sono circa 2 milioni e 250 mila persone che hanno avuto una diagnosi di cancro, si sottopongono a controlli sempre meno frequenti e sono tornati alla vita di tutti i giorni, hanno ripreso il lavoro, praticano sport e hanno fi gli”. Insomma, è una guerra che può essere combattuta e vinta. Cancro Primo Aiuto è sul campo di battaglia, con tanta energia e qualità.

Rubrica: 
Autore: 
Ultima modifica 09/01/2017