Opera San Francesco per i poveri

Da 60 anni al servizio dei più fragili

Più di 2.300 pasti al giorno, oltre 26.500 persone accolte in un anno (per il 12% italiane). E, in aggiunta, servizi per l’igiene personale, un Poliambulatorio e progetti di reinserimento sociale

Si trasforma progressivamente il volto di Milano. C’è frenesia, cambia lo skyline, la città meneghina pulsa, produce, attrae. Mentre si elevano nuovi grattacieli e si costruiscono nuovi moderni quartieri, nella metropoli si realizza ogni giorno un silenzioso miracolo, quello sognato e costruito da Fra Cecilio Cortinovis, un umile frate cappuccino catapultato da un paesino tra le montagne bergamasche a Milano all’inizio del secolo scorso. È sua l’intuizione dell’Opera San Francesco per i Poveri, divenuta un punto di riferimento per i tanti invisibili che si muovono nella città, i senza dimora, le numerose persone che si trovano in mezzo a una strada: padri separati, pensionati con il minimo della pensione, persone che arrivano a Milano in cerca di fortuna e poi si ritrovano senza un soldo, imprenditori falliti, operai senza lavoro dopo la chiusura della loro fabbrica, profughi e tantissimi altri ai quali la “vita si è rotta” a causa di situazioni spesso impreviste e imprevedibili.

L’espressione è di Fra Marcello Longhi, vicepresidente dell’Opera: “Fra Cecilio arrivò a Milano nel 1910 – spiega – e vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1982. Serviva i poveri alla porta del convento e sognava di poterlo fare in un luogo più accogliente per i bisognosi. Nel 1959 il Signore gli fece incontrare Emilio Grignani, un imprenditore illuminato che si offerse di edificare un edificio adeguato per distribuire i pasti ai poveri. L’inaugurazione avvenne il 20 dicembre 1959 per mano del Cardinal Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. Sono passati sessant’anni e oggi la Mensa è una realtà riconosciuta, qualificata e apprezzata”.

La mensa di Corso Concordia è il servizio storico di Opera San Francesco per i Poveri: a questo indirizzo milanese chi vive in difficoltà sa che può sempre trovare gratuitamente un pasto equilibrato e completo, sia a pranzo che a cena. Da ottobre 2017 si è aggiunta la mensa di Piazza Velasquez, più piccola e aperta solo per il pranzo. Mediamente vengono distribuiti quasi 2.350 pasti, più di 726 mila in un anno.

Nell’ufficio di Fra Marcello ci sono due fotografie, scattate alla fine della Seconda Guerra Mondiale: ci sono poveri in fila per ricevere la minestra dai frati di Monforte. Una scena che si ripete ancora oggi, nel quartiere a due passi dal centro storico: “Non sono pochi gli invisibili in una grande città come Milano – dice Fra Marcello - Non ci importa da dove arrivano e perché si sono persi, ci importa solo di cosa hanno bisogno. A noi sta a cuore la visione globale della persona, non ci interessa il freddo ragionamento di chi vuole ridurre l’assistenza al povero a un calcolo di costi. Cerchiamo di guardare al cuore dell’uomo. Purtroppo oggi c’è un degrado dell’umanità e dell’intelligenza. Quale visione dell’uomo sta prevalendo? Ci sta marcendo il cervello. Una persona in difficoltà spesso riceve meno rispetto di un cane. C’è un imbarbarimento al quale vogliamo reagire”.

Nel corso del 2017 quasi 26.500 utenti hanno bussato ai servizi dell’Opera almeno una volta. Provengono da 137 diverse nazioni. Tra questi ben 11.427 si sono rivolti a Opera San Francesco per la prima volta. L’Italia è la nazione più rappresentata con l’11,7% degli utenti. Dopo di loro ci sono gli utenti del Perù (9,1%), del Marocco (8%), della Romania (7,3%) e dell’Egitto (6,6%). Il 75% degli ospiti è di sesso maschile e più della maggioranza (63%) rappresenta la fascia di età che va dai 25 ai 54 anni.

Chi bussa alla porta della Mensa deve semplicemente presentare un documento per ricevere la tessera che consente l’accesso ai locali. Non c’è solo la Mensa. I bisognosi possono usufruire anche di un Servizio di Igiene Personale, grazie al quale le persone possono lavarsi una volta alla settimana e indossare abiti puliti, ricevendo un cambio completo di vestiti ogni quattro settimane. Tra le altre attività dell’Opera spicca un Poliambulatorio, con servizi gratuiti, con una sala per le medicazioni, tre studi dentistici e otto ambulatori per le visite e un Servizio Distribuzione Farmaci. E non va dimenticata l’Area Sociale, con volontari ed esperti impegnati a costruire progetti individuali di sostegno: ci sono l’housing sociale per l’ospitalità di nuclei famigliari complessi e multiproblematici, il Servizio Legale e lo Sportello di Orientamento al Lavoro.

“Tutto dimostra – prosegue Fra Marcello - che l’Opera San Francesco offre un aiuto per soddisfare necessità primarie come sfamarsi, vestirsi, lavarsi e curarsi, ma anche il bisogno di tutelare o riconquistare la propria dignità personale per poter lavorare e vivere in autonomia. Qui siamo a un passo dalle vie del lusso. È chiaro che le persone in difficoltà diano fastidio ai benpensanti. Dà fastidio riconoscere che persone in difficoltà siano persone vere, autentiche. È per tutti più comodo dire: stai pure male, ma non farti vedere, non venire a sporcare le nostre vite, il nostro quartiere. E c’è poca tendenza a chiedersi: ma se capitasse a me?”

A questa domanda hanno dato una risposta gli oltre 900 volontari, che sono la vera anima dell’Opera. Ci sono pensionati, ma anche giovani e lavoratori, uomini e donne, che offrono una parte del proprio tempo ai più poveri, negli svariati ambiti dell’Opera. Mediamente il 71% di loro presta servizio di volontariato tutte le settimane. Il 25% è impegnato da più di 10 anni. Fra Marcello non ha dubbi: “Sono i volontari la nostra forza. A chi viene da noi per prestare questo servizio chiedo innanzitutto di conoscere e amare la carta dei diritti dell’uomo. E poi dico a ciascuno una frase un po’ cruda: abbi verso la persona uno sguardo non meno benevolo di quello che hai verso il tuo cane. Lo so, sono parole grezze, ma guardate che questa cosa la si respira ogni giorno, si ha spesso la percezione che per molti la persona non meriti attenzione e misericordia. Vorrei che si cominciasse a pensare al fatto che in questa nostra città non ci sono solo persone carine, sane e ricche. C’è anche altro. A Milano c’è ancora tanta gente che sa cosa significa la solidarietà: il grado di umanità di una città si misura sulla capacità di aiutare chi ha bisogno, chi è in difficoltà. Del resto basta venire qui, alla mensa, e, senza fare altro, vedere e osservare. Vieni, guardi e poi torni alla tua vita. Mettersi in mezzo a questa gente, entrare nella situazione. Solo così, stando dentro, si può capire”.

Quando in quel lontano 1959 il Dottor Grignani aiutò Fra Cecilio, costruendo a proprie spese la mensa, volle fare le cose con attenzione e professionalità. Si continua allo stesso modo anche oggi: “Ci accusano spesso di essere un’azienda – dice Fra Marcello - Non è così. Noi siamo convinti che per fare il bene, bisogna fare bene le cose, rispettando il fatto che un Santo Frate e un imprenditore umano e illuminato hanno avuto una visione comune per il bene dei più poveri. Questo va fatto per evitare che il bene venga preso a calci dal male, che invece è perfettamente organizzato”.

Dalla valorizzazione economica dei servizi offerti dall’Opera, calcolata basandosi su prezzi di mercato, si evince che Opera San Francesco opera in modo virtuoso. Ogni euro ricevuto in donazione viene fatto fruttare come se valesse ben di più, grazie a un’efficace ed efficiente gestione, unita alle capacità di organizzare al meglio le risorse interne ed esterne e alla gratuità delle prestazioni professionali (volontari) e delle donazioni (denaro e merci). In altre parole l’Opera San Francesco dell’euro ricevuto restituisce ai poveri servizi per un valore superiore pari a 1,48 euro e quindi con un rendimento della donazione del 148%.

Per Fra Marcello c’è molto lavoro, ogni giorno. Anche perché ci sono dei sogni da realizzare: “Desidero che ci siano tanti volontari giovani, che volontari adulti possano impegnarsi con i loro nipoti. E poi mi piacerebbe creare una struttura di accoglienza notturna e che accanto a ciascu uomo bisognoso, in quel posto, la notte, ci possa essere un milanese, quasi a proteggerlo. A chi ci legge lancio un ultimo appello: venite a trovarci e, se avete voglia e tempo, dedicate un paio d’ore del vostro tempo per guardare un film, ‘Pane del cielo’, realizzato da Giovanni Bedeschi. È un film bellissimo, girato in parte nelle nostre strutture, perché è importante raccontare e capire… perché come è successo a loro, può succedere a chiunque”.

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Ultima modifica 14/02/2019