La Storia sul grande schermo

La storia

Nuovo film, nuovo punto di vista sulle vicende della Grande Guerra, a conclusione di una trilogia di lungometraggi che narrano vicende reali di grande interesse tanto storico quanto umano: è stata recentemente conclusa la lavorazione de “Il destino degli uomini”, diretto da Leonardo Tiberi e prodotto da Baires Produzioni e Istituto Luce Cinecittà, in associazione con Gruppo Banco Desio, con il sostegno della Regione Veneto, in collaborazione con la Marina Militare, con il Patrocinio del Ministero della Difesa.

Ambientato tra il 1916 e il 1944, il film è incentrato sulla figura dell’ammiraglio italiano Luigi Rizzo, l’eroe dei M.A.S. a capo dell’impresa di Premuda, culminata nell'affondamento della corazzata Santo Stefano: una sconfitta umiliante per la Marina Militare austroungarica, e uno dei prodromi della sua sconfitta.

Come lo stesso regista ha spiegato, “dopo aver raccontato in 'Fango e Gloria' la storia dell’eroe per caso, il Milite Ignoto, e del ruolo fondamentale dell’Esercito nel Conflitto; e in 'Noi eravamo' le avventure vissute da eroi inconsapevoli, i volontari della Grande Guerra, anonimi immigrati e crocerossine con il celebre Fiorello La Guardia, nella neonata Aviazione militare; con Luigi Rizzo, protagonista de 'Il destino degli uomini', è mia intenzione affrontare il tema dell’eroe per scelta. Il film completa una triade di titoli dedicati alla Grande Guerra, la prima guerra tecnologica della storia, guerra di macchine, di industrie ma sempre e soprattutto guerra di uomini. Protagonista è un uomo di mare, un siciliano che proviene da una famiglia della piccola borghesia di provincia di naviganti e patrioti. Un uomo del popolo con un forte senso della patria e del dovere. Si chiama Luigi Rizzo. Quando anche l’Italia viene coinvolta nella Guerra nel 1915 entra in Marina, da civile; per le sue doti umane e belliche fa presto parlare di sé. Durante i tre anni del conflitto la storia personale di Rizzo si arricchisce di molti comprimari, personaggi inediti o al contrario di straordinaria fama sociale e culturale, con molti dei quali il nostro Luigi vive situazioni al limite dell’impossibile, che faranno di lui, prototipo dell’italiano onesto, grande lavoratore, coraggioso, dotato di uno speciale acume tutto meridionale, un eroe a tutto campo. In fondo, come moltissimi italiani, è un pacifista, ma se c’è da agire, menar le mani, è in prima linea, pronto a tutto. Una storia originale, mai portata prima sugli schermi, inedita ai più, raccontata con un ritmo incalzante, attraverso una profonda analisi dei personaggi chiave e delle motivazioni caratteriali e ideologiche che hanno portato al concepimento e alla realizzazione di risultati che ancora oggi hanno dell’incredibile. Come negli altri due film già realizzati anche in questo il protagonista è una sorta di Virgilio che, narrando le vicende della propria storia personale, guida lo spettatore attraverso i fatti della grande Storia nei quali si è trovato coinvolto. I racconti del 'pubblico' e del 'privato' si intrecciano continuamente, animati dagli attori che interpretano i personaggi chiave della vicenda, dalle ricostruzioni scenografiche e dalle elaborazioni video, che a loro volta si alternano alle immagini di repertorio dell’Archivio Storico del Luce”.

La strategia creativa adottata (in questo come nei suoi film precedenti) da Leonardo Tiberi si basa infatti ben prima di Peter Jackson e del suo They Shall Not Grow Old sull’utilizzo di immagini di repertorio, restaurate e colorizzate, per riportare in vita un periodo storico in gran parte relegato alle fotografie in bianco e nero dei nonni.

“Nella mia personale visione dell’utilizzo delle immagini di archivio ha spiegato infatti Tiberi esse non rappresentano e testimoniano esclusivamente il passato, il dato di fatto, la fredda e inoppugnabile testimonianza dell’accaduto, come è nella prassi: nell’originale e apprezzata formula che ho messo a punto i personaggi migrano continuamente dal girato che li rappresenta e li genera al mondo del repertorio, e viceversa, in un continuo fluido passaggio che avvicina gli eventi storici alla sensibilità dello spettatore moderno, favorendone la comprensione e la sedimentazione”.

Il risultato è un film inconsueto, interessante, ricco di elementi visivi e concettuali: una riflessione su quanto sia difficile (e ingiusto) ragionare in termini manichei dichiarando "guai ai vinti”.

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Ultima modifica 03/07/2019