Perugia

Perugia

Tra monumenti famosi e gioielli nascosti

Può sembrare assurdo, ma la prima cosa che colpisce chi arriva a Perugia una città straordinariamente ricca di storia, arte, cultura è, di fatto, un elemento apparentemente banale: le scale mobili. Già, perché quello degli spostamenti può sembrare un dettaglio da poco, all’interno di un centro urbano dalle dimensioni contenute; ma se questo centro si sviluppa sulla cima di una collina, articolandosi su piazze, scalinate e strette vie con saliscendi che raggiungono pendenze vicine al 25%, si può capire facilmente come il muoversi rappresenti un elemento di forte criticità.

Al contrario, Perugia è riuscita a fare di questa caratteristica un suo punto di forza: a partire dal praticissimo “minimetrò”, un sistema di trasporto automatico su rotaia con trazione a fune che con piccole navette che scorrono in continuazione collega il centro storico con la piana sottostante, dove si trovano la stazione ferroviaria e molti servizi cittadini, percorrendo in 3 km oltre 160 metri di dislivello. Ma a impressionare il visitatore è in particolare il sistema di scale mobili che si sviluppa all’interno del centro: non solo perché consentono (gratuitamente) di percorrere l’intera città quasi senza fatica, ma soprattutto per la loro scenografica ambientazione: le lunghe rampe meccanizzate si inoltrano, infatti, tra le grandi volte in mattoni dei sotterranei dell’antica Rocca Paolina, costruita da papa Paolo III nella prima metà del Cinquecento inglobando case, strade e torri di un intero quartiere. L’itinerario di salita e discesa consente così di percorrere dall’interno la grande costruzione storica (oggi sede di spazi espositivi e culturali), creando un suggestivo contrasto tra la modernità del sistema di trasporto e il fascino dei grandi ambienti attraversati.

Perugia

Rampa dopo rampa, si arriva quindi al cuore della città, a pochi passi da piazza IV Novembre: qui, proprio all’imbocco di corso Vannucci (vero e proprio “salotto” dei perugini) si trova quello che è probabilmente l’elemento visivo più celebre di Perugia: il bellissimo Palazzo dei Priori, sede del libero Comune ed edificato in più fasi da fine ‘200 a fine ‘700. Anche per un visitatore frettoloso, vale la pena di fare una capatina all’interno del bellissimo atrio, da cui è possibile salire alla maestosa Sala dei Notari e alla torre campanaria. Proprio di fronte al palazzo, al centro della piazza, si trova invece uno dei massimi esempi di scultura medievale italiana: la Fontana Maggiore, realizzata tra il 1278 e il 1280 da Nicola e Giovanni Pisano: un’armoniosa struttura composta da due vasche poligonali concentriche (una che rappresenta i dodici segni zodiacali, e l’altra decorata con ventiquattro statuette di santi e personaggi storici). A completare l’area monumentale della piazza, dall’altro lato della fontana si trova la fiancata della Cattedrale di San Lorenzo, progettata intorno al 1300 e conclusa nel 1420; è questo, sotto molti aspetti, il fronte più vivo e frequentato della chiesa (anziché la facciata rivolta sull’attigua piazza Danti, rimasta incompiuta e contraddistinta da un portale barocco del 1729) grazie anche alla lunga scalinata che diventa ogni giorno un affollatissimo punto di ritrovo per la gioventù cosmopolita che popola la città.

Perché, è bene ricordarlo, Perugia è tra le altre cose anche un’importante sede universitaria: fondata nel 1308, è uno degli atenei più antichi d’Italia e del mondo, la cui storica sede in attività tra la fine del 1400 e il 1811 si affaccia con eleganza sull’attuale piazza Matteotti; a questa si aggiunge l’Università per Stranieri, fondata nel 1925 e oggi importante ambito di interscambio culturale tra studenti provenienti da ogni parte del mondo. Tutto ciò fa sì che Perugia, anche nel suo nucleo storico più antico, sia tutt’altro che una statica “città museo”: al contrario, il centro urbano è vivace, attivo, animatissimo di locali e negozi di tutti i tipi, ricco di iniziative inconsuete all’insegna della creatività. Ne è un’esempio la lunga via della Viola, vera e propria rassegna di street art autogestita, le cui installazioni nascoste in ogni angolo si amalgamano armoniosamente con i muri secolari dei palazzi che la fiancheggiano.

Giovani o più maturi, appassionati di arte classica o di locali alla moda, in ogni caso Perugia soddisfa pienamente le aspettative dei suoi visitatori: anche perché quelle fin qui citate sono solo alcune delle molte attrattive che la città offre, e che spaziano dall’antico arco etrusco alla basilica di San Pietro (consacrata nel 969 e contenente, tra l’altro, opere del Perugino e del Vasari), dall’imponente basilica trecentesca di San Domenico (la più grande di tutta l’Umbria) all’elegante Palazzo del Capitano del Popolo dal portale finemente decorato.

Un elenco dettagliato del patrimonio storico-culturale andrebbe certamente ben oltre lo spazio di un articolo; e di sicuro la cosa migliore è andare da sé alla scoperta di questi innumerevoli tesori, passeggiando senza fretta per le vie della città, godendo dell’atmosfera rilassata e piacevole, rimanendo incantati dai vasti panorami che si aprono inaspettatamente, da una piazzetta o al termine di un vicolo, sulla campagna sottostante. Un esempio pratico, e del tutto evidente, di come l’“Italian way of life” sia tuttora un concetto prezioso, straordinario e inimitabile.

Uno stile di vita da cui, come è ovvio, non è affatto estraneo neppure l’elemento dell’enogastronomia, che nella tradizione umbra ha una delle sue massime espressioni. Gli eccellenti vini del territorio sono nomi noti agli appassionati di tutto il mondo: Sagrantino di Montefalco DOCG, Montefalco DOC, Torgiano Riserva DOCG, insieme a innumerevoli altre proposte talvolta meno conosciute al di fuori del ristretto ambito regionale, ma certamente altrettanto valide, come ad esempio i bianchi, i rossi e rosati dei Colli Altotiberini. Vini che ben si accompagnano alla saporita cucina locale, che a Perugia è possibile gustare in una molteplicità di formule: una tradizionale cena in un buon ristorante locale, oppure un ricco aperitivo accompagnato da assaggi di stuzzicanti specialità, o ancora un rapido snack in cui però lo standardizzato hamburger viene sostituito da un fragrante panino con la porchetta. Questa, peraltro, è anche terra di tartufo, che viene proposto come arricchimento di molti piatti di pasta (tra cui i caratteristici strangozzi) o di selvaggina; altra specialità locale è la “torta al testo”: una sorta di focaccia schiacciata che prende il nome dalla tegola in laterizio di forma rotonda (in latino “testum”) su cui in epoca romana venivano cotte le focacce, che viene servita con ripieno a piacere (salumi, verdure, formaggi).

E poi, parlando di Perugia un capitolo a parte merita il cioccolato, vera gloria locale che si ritrova nelle molte cioccolaterie artigianali sparse un po’ per tutto il centro. È qui che nel 1922 sono nati i celeberrimi Baci Perugina, divenuti ormai un simbolo del nostro Paese. Quello che pochi sanno, invece, è che questo particolare cioccolatino nacque dall’inventiva di una celebre creatrice di moda, Luisa Spagnoli, e che per la sua forma irregolare e tondeggiante (che ricordava l’immagine di un pugno chiuso) fu inizialmente battezzato “cazzotto”; solo qualche tempo più tardi Giovanni Buitoni, amministratore delegato della Perugina e amante della Spagnoli, decise che un nome più delicato sarebbe stato più efficace: nacquero così i Baci come li conosciamo oggi, completati dai loro famosi bigliettini con messaggi romantici in diverse lingue.

Rubrica: 
Autore: 
Ultima modifica 03/07/2019