Con un +17,1% rispetto al 2023, il Salone del Mobile di Milano da poco concluso ha registrato quest’anno un’affluenza da record: 361.417 presenze complessive (addirittura 100.000 in più rispetto al 2022). Ottimi risultati anche per la partecipazione degli operatori, che hanno registrato un +26,8% (il 65,8% provenienti dall’estero). Questi dati confermano, ancora una volta, il ruolo chiave del Salone e la forza di un evento che ha superato da tempo il perimetro della dimensione fieristica. Prova ne è anche la massiccia presenza di media: ben 6.778 tra giornalisti ed esperti di comunicazione si sono accreditati alla fiera. Insomma un’edizione che – archiviato il periodo cupo della pandemia – si conferma ancora una volta un evento globale.
Quest’anno il Salone del Mobile, che si è tenuto alla Fiera di Rho dal 16 al 21 aprile, ha compiuto 62 anni. Nel corso del tempo è diventato molto più di un semplice evento espositivo: laboratorio di sperimentazione e contaminazione, luogo di incontro e di nuove opportunità di business. È qui che vengono presentati prototipi e novità in fatto di arredo, spazi domestici e stili di vita; qui che gli ambienti della casa diventano teatro di una narrazione che esplora anche come cambia negli anni il modo di vivere.
Il primato del distretto Brianza
Vera vetrina dell’eccellenza italiana, la Milan Design Week ha sottolineato ancora una volta il ruolo da protagonista del distretto Brianza. È qui infatti, in quella parte della Lombardia compresa tra la zona a nord di Milano e quella a sud del lago di Como, che sono concentrate le più virtuose imprese artigianali della filiera. «La Brianza rappresenta un unicum non replicabile – conferma Massimiliano Messina, presidente di Flou –. Non solo perché gli artigiani specializzati nell’ebanisteria, nella lavorazione della pelle e in quella del marmo sono i migliori al mondo. Ma anche perché lavorano tutti a pochi chilometri di distanza uno dall’altro». Ed è proprio questa la formula vincente. Una formula che adesso grandi aziende estere stanno cercando di replicare proprio aprendo uffici in Brianza, per coordinare il lavoro dei diversi artigiani.
Sempre in Brianza, a Lentate sul Seveso, Federlegno ha aperto una scuola intitolata al padre di Massimiliano Messina, Rosario. Si tratta di un ITS destinato a formare i futuri professionisti del settore arredamento. Ragazzi che, una volta specializzati, hanno un tesoro nelle proprie mani. Un prototipista, tanto per fare un esempio, può arrivare a guadagnare quanto un dirigente d’azienda.
Collezioni coordinate e progetti completi
Manualità di altissimo livello, quindi, ma ovviamente anche creatività. E poi un fiuto speciale nell’individuare sul nascere le nuove tendenze e nell’anticipare le richieste del mercato. Questi gli ingredienti del successo dei brand italiani. Ma in che direzione sta andando oggi il settore? E cosa è emerso in particolare da quest’ultimo Salone del Mobile?
Curiosando tra gli stand, si è avuta la conferma di quello che da qualche anno è un trend sempre più evidente: la richiesta di arredamenti coordinati, realizzati in base a progetti che coinvolgono tutto l’ambiente (si tratti di un appartamento, di un hotel, di un ristorante o di uno spazio commerciale). Non più quindi singoli pezzi di design, ma proposte complete che tengono conto anche dei tessuti, dei materiali, dell’abbinamento dei colori. Obiettivo: un risultato dall’effetto finale di grandissimo impatto. «Soprattutto all’estero (Stati Uniti, America Latina, Giappone…) da tempo nei nuovi building vengono allestiti appartamenti campione completamente arredati – racconta Massimiliano Messina -. E adesso anche a Milano si comincia a proporre la formula nei nuovi centri residenziali in via di costruzione».
Questa tendenza va di pari passo con la richiesta da parte del mercato di ambienti domestici spaziosi, capaci di indurre il relax e favorire la convivialità. E le aziende brianzole non deludono. Qualche esempio? Poliform ha mostrato quello che è capace di fare con uno stand in cui si è voluto giocare con i sensi: «Il profumo di cuoio e bergamotto, l’effetto ovattato della moquette in stile anni ’70 color liquirizia che addolcisce il passaggio fra le stanze, la palette calda e cromaticamente piena che colora gli spazi bilanciata dai toni naturali che definiscono invece gli arredi», chiosano in azienda. Una vera e propria scenografia espositiva, in cui è stato messo in scena il lifestyle del brand attraverso appunto una proposta di casa completa. Tra le novità presentate durante questa edizione del Salone, il divano Ernest creato da Jean-Marie Massaud. Il designer francese ha interpretato il tema del comfort in modo radicale, con volumi morbidi e destrutturati ispirati a un cuscino in piuma. Anche per Flexform il Salone del Mobile 2024 è stato l’occasione – attraverso il progetto Between the Folds – di allestire una scenografia pensata per trasportare i visitatori in un mondo che trasmette tutte le suggestioni e i valori del brand. Il nuovo sistema di sedute Camelot è il protagonista di spazi living pensati come ecosistemi, all’interno dei quali tutti gli oggetti interagiscono in modo intelligente. Incentrata sulla convivialità e sull’incontro tra atmosfere rilassanti e accoglienti l’idea della casa firmata Lema: uno spazio domestico aperto all’immaginazione, dove i toni caldi del grigio chiaro e del legno scuro dominano lo scenario, intervallati da intrusioni decorative di pareti con colori speciali, carte da parati e boiserie a tutta altezza, fiori e vegetazione.
Matrimonio tra design e tecnologia
La qualità della vita è al centro dei nuovi progetti di ambienti domestici, e l’high-tech in questo gioca un ruolo sempre più rilevante. Il Salone del Mobile 2024 ha messo in mostra una sintesi di quanto è possibile ottenere dalla collaborazione tra tecnologia e design. Se fino a qualche anno fa gli oggetti potevano essere semplicemente connessi tra di loro, oggi stanno diventando a tutti gli effetti intelligenti. Per esempio in zone della casa come la cucina, i diversi elettrodomestici grazie all’intelligenza artificiale possono apprendere le abitudini degli umani e quindi aiutarli nella preparazione dei cibi e nei lavori casalinghi. Diventa possibile, tramite una telecamera integrata, controllare cosa c’è nel frigorifero senza aprire lo sportello. E ci sono forni che riconoscono gli alimenti e consigliano le ricette per prepararli.
Tra le aziende brianzole che più lavorano sul connubio tecnologia-design, c’è Caimi Brevetti. Al suo interno ha dato vita anche a un laboratorio di ricerca e sperimentazione (OpenLab) dedicato allo studio dei materiali innovativi e alle loro applicazioni. In particolare, Caimi si concentra sulle ricerche al servizio del benessere acustico, inventando soluzioni e prodotti fonoassorbenti. «Si tratta di uno tra i laboratori di acustica più avanzati in Europa – spiega con orgoglio il presidente, Gianni Caimi -. Oggi, grazie alla tecnologia, il prodotto di design va oltre la sua funzione tradizionale. Al Salone del Mobile, per esempio, abbiamo presentato una lampada in grado non solo di assorbire i suoni, ma anche di purificare l’aria. Il calore prodotto dalla luce crea infatti un flusso d’aria ascendente che passa attraverso un filtro anodizzato agli ioni d’argento». Il futuro è già qui.
Un’idea vincente
La prima edizione del Salone del Mobile, organizzata nel 1961 nei padiglioni della Fiera Campionaria, si era tenuta per iniziativa di un gruppo di imprenditori italiani desiderosi di creare un evento simile alla Koelnmesse, la fiera tedesca di Colonia. Vi parteciparono 328 aziende e i visitatori furono 12.100. Un po’ alla volta, al nucleo del Salone si sono affiancate nel corso degli anni altre manifestazioni: nel 1974 Eurocucina, nel ’76 Euroluce; e poi Eimu, dedicata agli spazi di lavoro e ribattezzata Salone Ufficio; e ancora il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, il Salone Satellite e il Salone Internazionale del Bagno. Fino a che, nel 2011, tutto l’evento ha traslocato negli ambienti molto più vasti di Fiera Milano a Rho.
L’annus horribilis del Salone è stato il 2020, con la manifestazione annullata a causa della pandemia di Covid. Nell’anno successivo, il 2021, un’edizione a ranghi ridotti organizzata a settembre è servita più che altro a ribadire la volontà di esserci e di riavviare il motore.
Ma ora il Salone del Mobile 2024 ha regalato di nuovo numeri di tutto rispetto, forte anche della presenza delle manifestazioni biennali Eurocucina, FTK Technology for the Kitchen e Salone Internazionale del Bagno. L’appuntamento con il Salone Satellite – dedicato a scuole, università e designer under 35 – è arrivato quest’anno alla 25a edizione. E per festeggiare questo traguardo è stata organizzata una grande esposizione presso la Triennale.
Fuorisalone, la festa della città
Già, perché il Salone del Mobile come di consueto ha coinvolto tutta Milano, facendo della città per una settimana un place to be internazionale. Mostre, eventi, allestimenti, performance, dibattiti si sono susseguiti nell’ambito dell’ormai tradizionale (e gettonatissimo) Fuorisalone, trasformando molti quartieri in altrettanti Design Districts. Ad uso e consumo non solo dei residenti, ma anche di migliaia di turisti che sono arrivati a Milano proprio per godersi la kermesse. L’edizione 2024 di Fuorisalone ha registrato numeri da record: 1.125 eventi presenti nella Guida, con 838 brand collegati e un’audience online di 630 mila utenti (+23% rispetto allo scorso anno). Fuorisalone ha animato anche angoli meno conosciuti della città (come il grande garage che si affaccia sulla Darsena, gli spazi industriali in via Fantoli, gli ex scali ferroviari, la Casa dell’Acqua del Parco Trotter) e ha visto aprire al pubblico edifici storici (Palazzo Bovara, Palazzo Citterio, Palazzo Litta, Palazzo Turati, Palazzo Senato, Palazzo Bagatti Valsecchi, il Circolo Filologico Milanese). Barbara Mazzali, assessore a Turismo, Marketing territoriale e Moda della Regione Lombardia, ha rilevato che già lo scorso anno durante la Design Week si era registrato un picco di +40% di presenze turistiche rispetto alla media stagionale. «Il Salone – ha detto – è un vero palcoscenico in cui si coniugano creatività, business e cultura».
Proprio grazie al Salone la Lombardia si è conquistata la fama di patria del design. «Dopo ben 62 anni, possiamo dire con certezza di essere i leader indiscussi, capaci di attrarre il design di tutto il mondo e confermando il Salone del Mobile come la fiera di settore più importante a livello internazionale», ha commentato con soddisfazione Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. Il segreto? «Genio, visione, determinazione e quell’irripetibile artigianalità industriale che solo i prodotti italiani sanno esprimere».