Brivio&Viganò, ovvero l’Italia che muove l’Italia. Dal 1980 due famiglie unite da un solo obiettivo: mettere chi vende nella condizione di farlo al meglio
Il motto aziendale sarebbe L’esperienza è il nostro valore aggiunto. «Ma io personalmente – dice Mauro Brivio – preferisco questo: Brivio & Viganò, meglio di così non si può». Rima (e legittimo orgoglio) a parte, siamo oggettivamente al cospetto di un gruppo cresciuto, dal 1980 ad oggi, a passo di carica. Senza soste. Una realtà cento per cento made in Brianza, nata, come accade per ogni start-up che si rispetti, all’insegna della scommessa e di un pizzico di incoscienza. L’avventura quindi comincia 45 anni fa. Due camion e due dipendenti, gli autisti. Nient’altro. A condurre l’impresa due padroncini come tanti, Luigi Brivio e Giovanni Viganò. “Caratori” venivano definiti allora. Quando non sono in giro a fare consegne, gli automezzi vengono parcheggiati nel cortile di casa loro, a Maresso di Missaglia e a Triuggio.
Il cliente, per il momento, è uno solo: l’Unes. Per rifornire la catena dei suoi supermercati, otto punti vendita, si fa avanti e indietro con l’Ortomercato di Milano. Poi, nello spazio di un mattino, parte il boost della grande distribuzione organizzata che fa lievitare l’attività della Brivio & Viganò. Vengono tirati su in fretta i magazzini di Missaglia e di Usmate Velate. Ma non basteranno. Luigi scompare a metà degli anni ’90 per un male incurabile. Giovanni invece è ancora al suo posto di comando (è il presidente) insieme al figlio Alessandro e a quelli di Luigi, Stefano e Mauro, un 53enne giovanile e dal fisico atletico che s’è fatto la gavetta cominciando da autista, attualmente amministratore delegato di B&V srl, holding da circa 300 milioni di euro di fatturato (cui contribuiscono le varie business unit: trasporto, logistica, officina, immobiliare e e-commerce) con 2.500 collaboratori, tra diretti ed indiretti, che controlla a cascata dal modernissimo headquarter di Pozzuolo Martesana altre cinque società, tra cui la Brivio y Viganò Espana S.L., la branca spagnola del gruppo.
Dal produttore al consumatore
In due parole un vero e proprio colosso della logistica food e Ho.Re.Ca. o, per articolare meglio il concetto, della contract logistics, cioè la logistica esternalizzata o integrata o conto terzi. Dal produttore, semplificando, al consumatore. Un modello di business facile a dirsi ma un po’ meno a farsi.
È sempre Mauro Brivio a parlare: «Ci posizioniamo tra i principali player logistici nazionali, realizzando soluzioni su misura per l’industria alimentare e la GDO. Un’esperienza consolidata e diversificata ci permette di offrire ai clienti un servizio flessibile, puntuale ed affidabile. Operiamo in tutta Italia e nella penisola iberica. Ora entro un po’ nel dettaglio. Trasporto, handling ed housing: sono queste le tre aeree di attività del gruppo. Trasporto: attraverso una flotta di veicoli di proprietà di oltre 1.200 targhe ed una rete di trasportatori terzi, trasferiamo a temperatura controllata ed ambiente i prodotti dei clienti verso i CeDi, verso i punti vendita finali, con la logistica last mile e verso i clienti finali grazie al servizio eCommerce. L’handling sarebbe l’attività di movimentazione interna ai magazzini propri o dei clienti, all’interno dei quali le merci di proprietà dei player della GDO o dell’industria vengono movimentate al fine di rifornire ogni giorno i punti vendita.
E veniamo all’housing, attività complementare e di completamento dell’handling, consistente nella fornitura (anche costruzione ex novo) di un immobile logistico all’interno del quale svolgere attività di movimentazione per conto del cliente che delega, ad esempio a B&V, la completa gestione della supply chain. Aggiungo infine che abbiamo sviluppato una forte competenza per quanto riguarda il servizio di trasporto per il canale e-commerce».
Nel complesso i poli logistici di competenza per lo stoccaggio del fresco, del secco e del gelo, tra propri e in appalto, coprono una superficie di oltre 380mila metri quadrati. Per dare l’idea, è come mettere insieme una quarantina di campi di calcio. Si diceva che all’inizio il cliente era uno solo. Adesso il gruppo di Pozzuolo Martesana ha rapporti con tutti i big della GDO: oltre al già citato Unes, Esselunga, Coop, Tigros, Il Gigante, Conad, Iper, Lidl, MD, EuroSpin. Il loro obiettivo è vendere. Quello di B&V metterli nelle migliori condizioni per vendere. Diamo un occhio al parco mezzi, il “braccio armato” dell’azienda. Il parco veicoli è di ultima generazione (Euro 5, Euro 6, LNG, ibridi) con disponibilità di carico dai 4 ai 38 posti/pallets. A seconda del tipo gli automezzi sono dotati di gruppo frigorifero (mono o multi-temperatura), sistema di chiusura a tapparella elettrica, controllo satellitare con posizione in tempo reale, allestimento isotermico, termo-regolatore, sponda idraulica e transpallet a bordo. Camion e furgoni che ogni giorno coprono una distanza pari a tre volte la circonferenza della Terra. E gli investimenti, al riguardo, sono ragguardevoli: vengono spesi 20 milioni di euro all’anno per il rinnovo del parco mezzi più 10 per le officine.
Abbiamo accennato alla crescita continua. Il ritmo è stato, mediamente, del 15% all’anno. «Certo, quando si raggiungono questi volumi – aggiunge Brivio – far di più e meglio non è semplice, anche perché la GDO da qualche tempo in qua segna il passo e la globalizzazione, a mio avviso una cosa sacrosanta e portatrice di benessere un po’ per tutti, non è certo favorita dalle tensioni in atto su scala mondiale. Noi però guardiamo all’internazionalizzazione. Dopo la Spagna, dove possiamo e dobbiamo implementare il modello di business per allinearlo con quello nazionale, non è detto che non ci si possa allargare altrove. L’approccio ai mercati esteri deve essere però ben ponderato, valutando attentamente, magari, anche lo strumento dell’apertura del capitale. La nostra vision, insomma, è quella di consolidare il business di riferimento e diversificare la nostra presenza in termini di territorio ma anche di mercato, come per il settore Ho.Re.Ca che già serviamo e che è una delle direzioni di crescita che abbiamo individuato. E che, con gli ultimi start up, stiamo consolidando e sviluppando».
Sostenibilità economica, sociale e ambientale
Ma forse l’aspetto più interessante della Brivio & Viganò non consiste esclusivamente nell’essere una macchina in grado di macinare chilometri a tutto spiano. Nel suo petto battono due anime. La prima l’abbiamo vista. Poi c’è la seconda, che riguarda, in senso lato, l’etica d’impresa. Prendiamo la trasparenza. Sono stati pionieri, nel loro comparto, pubblicando nel 2022 il primo Bilancio di Sostenibilità. Un corposo documento di 80 pagine che ha l’intento di rendicontare e di comunicare a dipendenti, collaboratori, clienti, fornitori, istituzioni e comunità locali (i cosiddetti stakeholder) il valore generato a livello economico, ambientale e sociale. Il coinvolgimento e il confronto con gli stakeholder consente non soltanto di comprenderne le esigenze e le aspettative ma permette all’impresa una migliore definizione delle strategie e degli obiettivi, valutando il cambiamento, i rischi e le opportunità. Consideriamo il tema dell’ambiente. Qui l’impegno profuso non è di poco conto.
Delle caratteristiche della flotta in parte s’è già detto: la maggior parte dei mezzi sono Euro 6, che offrono una riduzione dei consumi e del rilascio di emissioni inquinanti. Gli pneumatici utilizzati sono di ultima generazione, controllati da una piattaforma online che consente di risparmiare carburante e limitare al minimo usura e rumore. I semirimorchi con unità frigorifera sono progettati per la massima efficienza termica ed energetica. Vantaggi? Minore dispersione del freddo, maggior protezione del carico a tutela dei consumatori finali e una riduzione dei consumi. L’analisi dei dati a controllo satellitare di cui è dotato l’intero parco veicoli, poi, rende possibile ottenere un efficientamento dei viaggi fatti e l’individuazione di azioni di miglioramento dello stile di guida e della sicurezza di chi sta al volante. Per l’addestramento specifico all’utilizzo dei mezzi pesanti è stata creata un’apposita academy. Il che si riflette sulle statistiche riguardanti gli infortuni, dove il numero degli incidenti con conseguenze gravi è da anni quasi inesistente. La politica ambientale di B&V è in continua evoluzione. La sede di Usmate Velate è dotata di un impianto fotovoltaico da circa 400kWp. Nello stabilimento di Pozzuolo Martesana, invece, oltre alla presenza dal 2018 di un modulo trigenerativo molto potente per la produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera, è stato di recente installato un impianto fotovoltaico di 20.000 mq, con una potenzialità di 2700kWp.
Questo impianto permette un risparmio energetico pari a 3.300.00kWp. Più green di così si muore.
«Ci tengo a ribadire – dice Giovanni Viganò – che la nostra governance è imperniata su tre assi: sostenibilità economica, ambientale e sociale. La differenza noi crediamo di farla con la qualità dei servizi che offriamo, questo va da sé. È la base di tutto. E vogliamo farlo in modo pulito riducendo gli sprechi. Ma siamo anche intimamente convinti, senza ipocrisie, che siano le persone il nostro vero asset. Il gruppo conta circa 1.700 dipendenti diretti, con un’età media per il personale di staff che si attesta tra i 25 ed i 34 anni, con una percentuale di donne di oltre il 40%. I candidati vengono selezionati dal territorio per garantire il giusto bilanciamento tra vita privata e lavoro. Viene privilegiata la crescita interna e la job rotation: grazie a percorsi di formazione, anche manageriale, sono tanti i casi di dipendenti che hanno iniziato come impiegati operativi, oppure autisti, che oggi ricoprono funzioni di coordinamento e responsabilità a vari livelli.
Chi lavora con noi – conclude – è la risorsa più importante. Senza la quale non potremmo percorrere la nostra strada».