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Donald Trump

Il programma economico del candidato vincente alle elezioni presidenziali americane di rado si concretizza nella sua interezza. Tuttavia, non si tratta di un libro dei sogni. La maggior parte delle priorità contenute nel programma elettorale viene infatti in tutto o in parte realizzata e il loro impatto sull’economia americana, e talora sull’economia globale, è lungi dall’essere trascurabile

“Cercate di promettere un po’ meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le elezioni.” (Alcide De Gasperi)

Ufficialmente, la corsa a due per diventare il 47º presidente degli Stati Uniti dAmerica ha avuto inizio tra luglio, con la convention repubblicana a Milwaukee, e agosto, con quella democratica a Chicago. A rendere ancora più incerta e avvincente la competizione è stato il fatto che per la prima volta nella storia moderna americana un presidente in corsa per la rielezione si sia ritirato a uno stadio avanzato della campagna elettorale. Infatti, dopo il disastroso dibattito che ha visto Biden soccombere davanti allo sfidante Donald Trump, i democratici americani si sono trovati ad affrontare una situazione di enorme difficoltà sulla candidatura dellattuale presidente, anche perché a seguito dellattentato a cui è scampato lesponente repubblicano i sondaggi hanno dato come certa una sua vittoria. E così è stato: passo indietro di Biden e sostegno alla sua vice Kamala Harris. Alla fine, a novembre. dopo settimane di accesi scontri verbali la vittoria del candidato repubblicano è stata netta al punto che anche il Congresso è completamente nelle mani del partito dellelefante.

Gli argomenti su cui i due candidati si sono confrontati sono molti ma in questo articolo analizzeremo esclusivamente i loro programmi economici, con una premessa: il programma del candidato vincente alle elezioni presidenziali americane di rado si concretizza nella sua interezza. Inoltre, molte delle misure contenute in esso possono richiedere mesi o anni prima di vedere la luce. Tuttavia, non si tratta di un libro dei sogni. La maggior parte delle priorità contenute nel programma elettorale viene infatti in tutto o in parte realizzata e il loro impatto sulleconomia americana, e talora sulleconomia globale, è lungi dallessere trascurabile.

Tra le principali caratteristiche di Trump vi è limprevedibilità, cosa che rende difficile valutare appieno gli effetti del suo ritorno alla Casa Bianca. Detto questo, proviamo a dare uno sguardo ai capisaldi del suo programma elettorale e ai possibili impatti, basandoci in gran parte con quanto riscontrato tra il 2016 e il 2020. Il primo pilastro della politica economica repubblicana riguarda i dazi e il protezionismo: ci si può attendere un moderato effetto inflattivo negli USA, dal momento che aumenterebbero i prezzi di tutti i beni importati. Questo, dallaltro lato, danneggerà soprattutto le economie esportatrici, come Eurozona e Cina. Per attenuare la perdita di potere dacquisto degli americani è previsto un importante stimolo fiscale, che avrebbe un impatto positivo su crescita e utili e negativo su finanze pubbliche, con conseguente supporto allazionario e pressioni al rialzo sui rendimenti obbligazionari. Essendo gli USA la prima economia globale e avendo un costante deficit commerciale, questi effetti sarebbero in parte esportati, a compensare, a livello globale limpatto dellincertezza. Per stimolare la crescita unaltra variabile importante è quella della deregolamentazione, in particolare per i settori petrolifero e bancario. Durante il suo primo mandato, Trump ha eliminato numerose regolamentazioni ambientali per favorire la produzione di energia. Un ritorno alla presidenza vedrebbe probabilmente unulteriore espansione della produzione di petrolio e gas, con un focus su politiche energetiche che favoriscano lindipendenza energetica degli Stati Uniti. Non si parla di un nuovo ritiro dallaccordo di Parigi, ma c’è un chiaro ritorno al tradizionale settore energetico dei combustibili fossili con limpegno ad annullare il cosiddetto Green New Deal. Resta da vedere se i sussidi per lenergia verde e le attività a basse emissioni di carbonio previsti dallInflation Reduction Act promulgato da Biden verranno revocati, ma le proposte di Trump potrebbero rappresentare un grosso ostacolo allulteriore crescita nel settore delle energie rinnovabili. In ambito bancario, le idee allo studio del tycoon riguardano sia leliminazione di una serie di norme post-crisi finanziaria del 2008 intese a ridurre il rischio sistemico, sia il rendere più semplice per le aziende private la raccolta di capitali, aprendo così laccesso a fondi e titoli privati meno trasparenti e più difficili da negoziare. Altro tema sensibile riguarda il possibile isolazionismo, nonché il disimpegno degli USA in politica estera. Sebbene non sia chiaro quanto sia seria la minaccia di Trump di uscire dalla Nato, sembra evidente che la sua elezione comporterà una riduzione dellinfluenza USA nelle questioni internazionali e geopolitiche, con conseguente aumento dellincertezza, e un accumulo di responsabilità e spese per la difesa per Europa e partners. Un fattore negativo per la crescita, mentre, per quanto riguarda il dollaro, la negatività risultante dalla perdita di prestigio degli USA dovrebbe essere compensata dal maggiore flusso di investimenti in quella che verrebbe percepita come leconomia più solida e sicura.

In sintesi, la nuova presidenza Trump, unita al controllo repubblicano della Parlamento, potrebbe rilanciare leconomia statunitense attraverso stimoli fiscali, con ampi tagli dimposta per le aziende. Ciò avrebbe probabilmente un effetto inflazionistico, limitando la capacità della Fed di ridurre i tassi di interesse per sostenere la crescita ed esercitando una pressione al rialzo sui rendimenti del debito pubblico statunitense e sul dollaro. La politica commerciale di Trump, incentrata sui dazi, potrebbe essere più dirompente per il commercio globale e innescare una guerra commerciale con la Cina ancora più profonda. Ciò potrebbe far aumentare linflazione USA, costringendo la Fed ad alzare nuovamente i tassi di interesse e rafforzando il dollaro. Ne seguirebbero probabilmente deflussi di investimenti dai Paesi emergenti. Il sostegno repubblicano allaumento della produzione petrolifera statunitense potrebbe far scendere i prezzi globali del petrolio e portare a un riequilibrio dei flussi di capitale tra gli Stati esportatori e importatori netti di petrolio. Dal punto di vista delle attività finanziarie, Trump Presidente, con il controllo del Congresso, lo porterà ad avere mano libera: quindi tagli alle tasse, spesa fiscale, protezionismo e disimpegno globale. Positivo per azionario, ed in particolare per il settore finanziario che trarrebbe beneficio per la deregolamentazione e per le piccole e medie imprese agevolate dai nuovi dazi e dal taglio delle imposte. Negativo per tutti i settori legati alle fonti energetiche rinnovabili, ma anche per i petroliferi, in virtù dei nuovi progetti di nuove trivellazioni. In un Paese dove il deficit federale previsto per il 2024 è già piuttosto ampio e si attesta a 1,9 trilioni di dollari (allincirca quanto il Pil dellItalia), il tema dei conti pubblici, che tiene ogni anno gli investitori globali col fiato sospeso nei periodi di approvazione del budget, è destinato a restare in primo piano e questo avrà un impatto negativo sui corsi obbligazionari.

Questi sono i temi che ci accompagneranno per i prossimi quattro anni e sono completamente differenti a quelli che avrebbero guidato lagenda economica della rappresentante democratica.

Infatti, allopposto di Trump, Harris è una sostenitrice del Green New Deal, che mira a disintossicare rapidamente leconomia statunitense dai combustibili fossili e a rivedere le infrastrutture energetiche del Paese. Ha anche sostenuto un divieto totale della fratturazione idraulica. In più, avrebbe trovato conferma lInflation Reduction Act. Tale legge prevede centinaia di miliardi di dollari di crediti dimposta per i veicoli elettrici, le energie rinnovabili e i progetti di produzione volti a creare una catena di approvvigionamento per le batterie e altri componenti critici.

Inoltre, la consapevolezza di quanto i prezzi elevati incidano sulle famiglie dei lavoratori avrebbero fatto sì che fossero approvate misure volte ad alleggerire tali oneri. Il desiderio sarebbe stato quello di avere un impatto reale sulla vita delle persone, per cui questioni come la riduzione dei prezzi dei farmaci e lampliamento dellaccesso alla banda larga sarebbero risultati cruciali. Infine, innovazione e competitività sono fondamentali per assicurare che leconomia degli Stati Uniti rimanga allavanguardia in un mondo sempre più globalizzato e tecnologicamente avanzato. In questo senso, le misure che sarebbero state adottate (alcune già proposte in questa legislatura) riguardavano la protezione della proprietà intellettuale, il supporto alle start-up e alle piccole imprese e gli incentivi per linnovazione sostenibile.  In pratica, limpatto sui mercati finanziari sarebbe stato opposto rispetto a quello a cui abbiamo assistito dopo il risultato elettorale: rendimenti obbligazionari in calo, correzione dellazionario, ma soprattutto rimescolamento dei settori. Penalizzati quelli regolamentati come banche e healthcare e favoriti energia pulita, borse asiatiche ed europee.

In conclusione, la politica economica di Donald Trump ha suscitato ampio dibattito, con sostenitori che lodano il suo approccio pro-crescita e detrattori che ne sottolineano le problematiche a lungo termine. Le misure di riduzione fiscale e deregolamentazione hanno stimolato inizialmente leconomia, favorendo la crescita e riducendo la disoccupazione ai minimi storici. Tuttavia, queste politiche hanno anche aumentato significativamente il deficit federale e il debito pubblico, suscitando preoccupazioni sulla sostenibilità finanziaria futura. La guerra commerciale con la Cina ha portato benefici ad alcuni settori produttivi americani, ma ha anche innescato tensioni internazionali e colpito i consumatori con un incremento dei prezzi.

In prospettiva, la politica economica di Trump riflette una visione orientata al rilancio della produzione nazionale e alla protezione dei confini economici statunitensi, ma lascia aperte questioni irrisolte, come la gestione del debito pubblico e ladattamento alle sfide economiche globali. La valutazione complessiva dipenderà dunque dagli sviluppi futuri, ma il suo approccio ha certamente segnato un cambio di rotta rispetto alle politiche economiche precedenti, rispecchiando un pragmatismo e una strategia mirata alla sovranità economica degli Stati Uniti.