Banco Desio è attento alle esigenze dell’agricoltura

Da un anno e mezzo è partito un progetto di approccio al settore agrario che sta già dando all’istituto i primi soddisfacenti risultati. Ce ne parla il referente di settore Fabio Babett

La progressiva estensione territoriale del Gruppo Banco Desio negli ultimi due decenni ha raggiunto diverse zone del centro-nord Italia. Molte di queste sono contraddistinte da una forte vocazione agricola, talvolta al fianco di altri comparti, in altre situazioni addirittura quale principale settore produttivo di tutto un bacino. E’ diventato, quindi, sempre più necessario un allargamento del focus operativo dell’Istituto anche ad un ambito che, fino a ieri, non rappresentava il suo principale core business. Così, da un anno e mezzo, è partito un progetto di approccio al settore agrario che sta già dando i primi soddisfacenti risultati e che finora è stato curato e portato avanti dall’Area Crediti Speciali e in particolare, nel ruolo di referente di settore, da Fabio Babetto, 50 anni, originario della provincia di Vicenza ma trapiantato stabilmente a Mortara, in Lomellina. 

“Il mio percorso bancario ha avuto inizio nel 1986 all’allora Credito Italiano, istituto presso il quale ho svolto tutta la trafila formativa fino alla direzione di filiale. Poi, nel 2001, ho aderito con entusiasmo alle proposte di Banco Desio che, in quell’epoca, aveva deciso di aprire una rete di filiali nelle provincie di Pavia ed Alessandria. Al Banco ho ricoperto il ruolo di responsabile in alcune filali fino alla primavera del 2014, poi è iniziata questa nuova avventura ai Crediti Speciali orientata fortemente verso l’agricoltura”.

Ci parli delle sue esperienze in questo settore.

“Sono nato in una zona, la provincia di Vicenza, nella quale, accanto a settori a lungo fiorenti come l’industria ed anche l’artigianato, non meno rilevanti erano in quegli anni l’importanza ed il peso dell’agricoltura e dell’allevamento. La mia vita lavorativa si è poi dipanata da tutt’altra parte, ma sempre in una zona, la Lomellina, ma anche il Pavese, il vicino Monferrato e l’Alessandrino, il Vercellese e tutto il Novarese, in cui l’agricoltura, con riso e cereali in prima battuta, è da sempre l’attività più importante. Non a caso, in queste zone vi sono tuttora le borse merci, ad esempio a Mortara, per la quotazione delle produzioni, ma ancor di più i mercati agricoli settimanali, una tradizione che non si è mai persa e che mantiene fondamentali occasioni di contatto, confronto e business tra gli operatori del settore. E’ stato inevitabile crescere imparando usi, costumi, tradizioni, regole e norme di un mondo per me affascinante”.

Quali iniziative sta portando avanti il Banco in agricoltura?

“Il primo passo, un anno fa, fu il completamento dell’iter, la realizzazione di un prodotto chirografario specifico e poi la firma di una convenzione con il consorzio CreditAgri Italia, la controparte più significativa nel settore agrario in tema di rilascio di garanzie. Il tipo d’istruttorie molto particolareggiate, che CreditAgri Italia redige normalmente quando analizza un’azienda agricola, è parso il modo migliore per approcciare un mondo molto originale e certamente molto diverso dagli altri comparti produttivi. CreditAgri Italia ricostruisce tutti i dati necessari per affrontare percorsi deliberativi con il giusto corredo d’informazioni, difficili da reperire in un mondo, quello agrario, che non ha, di fatto, obblighi contabili particolari, né tanto meno di bilancio. La convenzione è stata il modo per cominciare e per provare a creare i primi rudimenti di cultura di un settore che come banca dovevamo conoscere meglio”.

      

Come è poi proseguito il percorso del progetto in agricoltura?

“Nel corso di quest’ultimo anno sono state raggiunte tutte le Aree e filiali della rete del Banco, attraverso incontri di formazione, riunioni commerciali, aggiornamenti continui e poi, in modo particolare, con il quotidiano supporto alle Filiali nell’attività di sviluppo, di visita in azienda e di analisi delle opportunità che si presentano nel settore. In quest’ottica, abbiamo incontrato associazioni di categoria e di imprese ed enti, mentre mensilmente le filiali ricevono in formato elettronico un bollettino agrario con informazioni ed aggiornamenti commerciali e normativi”.

Quali prospettive riserva il settore e come il Banco intende coglierle?

“Ad un anno esatto dalla partenza effettiva dell’attività di supporto e sviluppo nelle filiali, i risultati raggiunti sono sicuramente gratificanti e senza che sia stato necessario approntare prodotti specifici. L’adattamento, caso per caso, di quelli tradizionali a catalogo è stato spesso sufficiente ad intercettare al meglio le opportunità che ora si fanno ancor più interessanti dal momento che, proprio in queste settimane, sono in corso di emissione i primi bandi del Piano di Sviluppo Rurale. Si tratta di uno strumento che metterà a disposizione delle aziende agricole una pioggia di contributi a fondo perduto, stimabili in circa sette miliardi di euro nei prossimi cinque anni nella macro area Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Ed anche per le regioni del centro che gravitano nell’orbita di azione di Banca Popolare di Spoleto, gli importi dei contributi a fondo perduto sono proporzionalmente analoghi. Per questo motivo è grande l’attenzione del Banco e la disponibilità a proporsi quale partner delle aziende del settore agrario interessate a realizzare interventi ed investimenti che ricadono nella sfera della contribuzione a fondo perduto e, al tempo stesso, ad essere altrettanto vicino alle esigenze quotidiane di ciclo produttivo e conduzione”.

Come verranno sostenute le azioni di sviluppo della rete in questo settore?

“Prima di tutto attraverso la formazione. E’ stato attivato dalla fine di settembre un ciclo d’incontri formativi in ogni area che coinvolgono personale deliberativo d’area, direttori e settoristi aziende di filiale e sviluppatori. In questi incontri vengono proposte le linee guida comuni per una corretta ed efficiente raccolta dei dati che confluiscono in apposite tabelle rilasciate alla rete per ricostruire nel miglior modo una documentazione adeguata e quanto più vicina ai percorsi di analisi istruttoria quotidianamente seguiti per le aziende degli altri settori. Prosegue, in sostanza, il cammino di una condivisione di cultura in argomento a fianco del quotidiano sostegno alle azioni di sviluppo supportate da dati, tabelle di approccio commerciale, opportunità ed eventi che sono parte già in calendario zona per zona e parte ancora al vaglio. Sono poi allo studio della Direzione Generale altre iniziative volte a dare una struttura organizzativa più completa, formalizzata e riconoscibile a quello che finora è stato un ufficio sperimentale ed in embrione per continuare ad impattare sempre meglio un comparto dai valori tradizionali, per quanto in evoluzione, da una rischiosità tutto sommato ancora contenuta e dalle potenzialità davvero sorprendenti”.

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Ultima modifica 05/02/2016