Buoni risultati in periodi turbolenti

Stefano Lado

Corrono tempi difficili, ma il Gruppo Banco Desio non sembra risentirne, a giudicare dai numeri…

Non solo il Gruppo Banco Desio, in realtà. È vero che stiamo vivendo periodi complessi e delicati: prima la pandemia, poi la guerra russo-ucraina con le sue conseguenze anche in termini di aumenti di costi energetici, poi la siccità derivante dagli effetti del cambiamento climatico. Ma è anche vero, per contro, che quasi tutto il settore bancario sta registrando una fase di risultati positivi, che ci auguriamo si mantengano tali. Anche se, in uno scenario di questo tipo, è necessaria molta prudenza per il futuro, dal momento che non sappiamo ad oggi quante aziende riusciranno ad attraversare il guado e a reggere il colpo delle mutate e più difficili condizioni.

Premesso questo, i risultati della nostra ultima relazione finanziaria mostrano un segno ampiamente positivo. In primo luogo per quanto riguarda gli aspetti della redditività, che vedono un utile netto consolidato del terzo trimestre 2022 pari a 64 milioni di euro, in decisa crescita (+15,2%) rispetto allo stesso periodo 2021, e un ROE annualizzato al 8,0% (+2,7%), con oneri operativi stabili e costo del rischio sotto controllo. Migliorata anche la gestione operativa (+12,9%) per effetto di una crescita dei proventi (+5,6%), come pure le commissioni nette (+0,3%): un elemento, quest’ultimo, ottenuto nonostante il contesto negativo di mercato grazie al contributo positivo delle gestioni patrimoniali (+9,4% su GPM) e alla tenuta dei ricavi derivanti da servizi di pagamento e di bancassicurazione. Il tutto con un cost-income ratio al 60,8%.

 

Per quanto riguarda invece gli aspetti legati alla crescita, che cosa ha evidenziato quest’ultima trimestrale?

Insieme agli indicatori relativi alla redditività, anche quelli legati alla crescita mostrano risultati positivi, a partire dagli impieghi verso la clientela ordinaria che hanno raggiunto quota 11,5 miliardi di euro (+3,2%), con ulteriori erogazioni a famiglie e imprese nel corso del periodo di riferimento per 1,5 miliardi di euro. La raccolta diretta ha registrato un aumento pari a 12,9 miliardi di euro (+3,6%), seppure a fronte di un calo dell’11,8% della raccolta indiretta (pari a 15,9 miliardi di euro), derivante dell’andamento del comparto gestito (-12,1%) e del risparmio amministrato (-11,0%) condizionati dall’effetto mercato negativo di periodo.

Tutto questo con un miglioramento per quanto riguarda la qualità dell’attivo: si evidenzia in particolare una riduzione dell’incidenza dei crediti deteriorati, con un NPL ratio lordo al 3,9% (4,1% al 31 dicembre 2021) e netto al 2,0%; una rigorosa valutazione dei crediti e solidi livelli di coverage sui crediti deteriorati (al 50,7%) e sui crediti in bonis (allo 0,89%); una liquidità sotto controllo, con indicatore LCR a 166,29%. Nel complesso, risulta pienamente confermata la solidità patrimoniale del Gruppo Banco Desio con CET1 al 15,01%.

 

Sempre parlando di crescita, ci sono nuovi progetti in corso che riguardano la banca?

Dicevamo prima che quello in cui ci troviamo è, innegabilmente, un momento ricco di difficoltà. A mio avviso, però, proprio in momenti come questi è necessario muoversi con audacia, intraprendendo operazioni capaci di creare valore per l’azienda. Ed è questo che come Banco Desio ci stiamo proponendo di fare. Due, in particolare, sono le importanti iniziative su cui ci siamo concentrati negli ultimi mesi in un’ottica di sviluppo: la prima riguarda la sottoscrizione di una partnership strategica con Worldline Italia per la valorizzazione della nostra attività di merchant acquiring, il cui closing è previsto nei primi mesi del 2023 con un risultato economico di grande soddisfazione; risorse che potranno essere utilizzate per proseguire il nostro sviluppo futuro attraverso ulteriori operazioni. La seconda iniziativa riguarda invece l’accordo sottoscritto con BPER Banca per l’acquisto di due rami d’azienda composti da un totale di 48 sportelli bancari (ubicati in Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Sardegna).

Nel complesso si tratta quindi di una scelta di crescita, tanto più positiva se inquadrata in una fase socioeconomica come quella che stiamo vivendo: i momenti “difficili”, se correttamente interpretati, possono essere anche occasioni per uno sviluppo ancora più consistente.

Tanto più che il nostro “marchio” è identificato all’esterno in modo estremamente positivo, come quello di un’azienda solida e competente. Un’immagine positiva che emerge in particolare per quanto riguarda il lato retail della nostra attività; ma c’è ancora spazio per valorizzare anche l’attività che svolgiamo lato private: un ambito su cui un po’ tutte le banche stanno puntando per il loro sviluppo. Certo, anche qui ci vuole coraggio: sviluppare la rete di promotori e di agenti, le strutture necessarie, la tecnologia per operare al meglio richiede la capacità e la volontà di effettuare rilevanti e onerosi investimenti.

 

Uno dei grandi temi del momento è la crescita dell’inflazione, che impatta sulle attività della banca da molteplici punti di vista. Come vedete la situazione attuale?

Sul fronte inflazione, la politica della BCE è molto chiara: la volontà è quella di combatterla attraverso un rialzo dei tassi di interesse. Questo impatta sulla nostra attività con un aumento dei tassi di intermediazione, e quindi con un effetto positivo. Per contro, però, bisogna registrare un drastico ridimensionamento del mercato dei mutui, in particolare i mutui ipotecari sulla prima casa: perché se fino al recente passato le famiglie potevano pensare alla rata di mutuo come alternativa al canone di affitto (permettendo così di capitalizzare l’esborso), con l’attuale livello dei tassi questa convenienza viene meno; la nostra previsione va quindi verso un deciso calo di richieste per queste forme di contratto. E a questo si aggiunge il rischio che, in conseguenza dell’aumento dei tassi, potranno esserci imprese e famiglie non più in grado di sostenere gli oneri legati al proprio indebitamento.

Abbiamo accennato all’inizio alla guerra in Ucraina: qual è la visione di Banco Desio, a questo proposito?

Allo scoppio del conflitto, a fine febbraio 2022, nessuno pensava che questa guerra potesse avere una durata così lunga, e nessuno oggi si avventura più nel fare previsioni: né sulla data di un possibile termine del conflitto, né sull’esito e sulle conseguenze di natura politica ed economica che questa situazione potrà avere a livello globale. Di certo si tratta di una situazione assolutamente inedita, che coinvolge tutte le principali potenze; a mio avviso, il risultato di questa guerra ci metterà davanti a uno scenario molto diverso rispetto al passato, con cui saremo chiamati a fare i conti. La Cina da un lato, gli Stati Uniti dall’altro, la Russia tra le due superpotenze, l’Europa che sembra giocare un ruolo minoritario, ma che - soprattutto come conseguenza delle sanzioni imposte - rischia di subire pesanti conseguenze sulla crescita delle proprie imprese. Abbiamo già assistito a una flessione del PIL della Germania: un dato che ci riguarda molto da vicino, dal momento che molte delle nostre piccole e medie imprese (penso in particolare al settore della componentistica per automotive) riforniscono aziende tedesche, con il rischio di un “effetto domino” sulla loro attività.

Accanto a queste considerazioni economiche, c’è poi - fondamentale - l’aspetto umanitario, che ci vede costantemente impegnati: fin da subito Banco Desio si è attivato per essere vicino alla popolazione ucraina con la campagna di raccolta fondi “Banco Desio x l’Ucraina” rivolta alla clientela e alle risorse interne (per ogni euro donato il Banco ne ha donati due).

Ultima modifica 26/04/2023