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Ha sconfitto il Barbarossa. Ha posto le basi del Risorgimento. È stata la culla della rivoluzione industriale. La storia d’Italia passa per Legnano.

Nel settembre del 1872 Eugenio Cantoni, uno dei protagonisti dello sviluppo manifatturiero nel territorio della Valle dell’Olona, rispose ai quesiti del Comitato d’inchiesta industriale. Tra l’altro lamentò l’arretratezza del settore tessile, dove solo da pochi anni il comparto del cotone aveva sopravanzato quello della seta., e la scarsità dei capitali da destinare all’incremento della produzione, ripresa dopo la fine della Guerra Civile negli USA, che aveva determinato il blocco dei porti dei Confederati. Secondo Cantoni, i 9/10 dei tessuti erano prodotti con telai a mano e la forza motrice era rimasta in molti opifici quella di trent’anni prima, ricavata dalle ruote dei mulini adattate. Piccoli fabbricati zeppi di telai, dove l’acqua consentiva un ciclo continuo ma li rendeva anche malsani. Cantoni ammetteva che ““era minore senza confronto la mercede del nostro operaio” rispetto a quelli francesi, ma ciò non si traduceva in una riduzione dei costi, dato che bisognava assumerne di più: all’epoca dei lavori agricoli e della vendemmia molti preferivano il campo alle fabbriche. Una opinione condivisa da Rodolfo Bernocchi, che nel 1868 aveva aperto a Legnano, in località Gabanella, un piccolo impianto per il candeggio del cotone.

In quel triennio Cantoni e altri imprenditori collegati da rapporti di fiducia (e talvolta anche di parentela) avevano provveduto alla trasformazione del Cotonificio Cantoni in una Spa, così da poter raccogliere capitali “freschi” sul mercato finanziario milanese e nazionale. L’impianto principale era quello di Legnano, dove agli inizi del 1873 erano attivi mille fusi per filatura, 114 telai meccanici e un impianto per la tintura; dimensioni analoghe avevano gli impianti di Castellanza e di Bellano (nel Lecchese).

Al fine d’incrementare la potenza installata, nel 1874 Cantoni ed il suo maggior socio a Busto e a Legnano, Luigi Krumm, aprirono un’azienda meccanica, fornitrice esclusiva dei macchinari per i cotonifici di cui erano azionisti. Da ciò il sospetto d’un conflitto d’interessi, sollevato dal finanziere milanese Eugenio Bauer anche a nome d’altri azionisti di minoranza. Alla fine del 1875 destava preoccupazione anche il futuro della Banca Italo Germanica, la prima finanziatrice di Cantoni: la morte del presidente, Giovanni Servadio, aveva indotto il secondo azionista, lo svizzero – piemontese Ulrich Geisser (aveva il 22% del capitale nominale) a nuove ardite speculazioni immobiliari a Roma.

Eugenio Cantoni e Luigi Krumm nel 1876 affidarono l’attività al giovane ingegnere Franco Tosi, il quale mise in luce capacità tecniche ed imprenditoriali non comuni: in pochi anni rilevò la maggior parte delle quote dell’azienda, cui diede il proprio nome. Un altro giovane imprenditore di successo finanziato da Cantoni fu Ernesto De Angeli: nato a Laveno, fu pioniere nel ramo della stamperia di qualità e s’interessò anche all’associazionismo cotoniero, invocando le tariffe protezionistiche adottate dal governo a partire dal 1878.

A Legnano il settore serico continuava ad essere rilevante (ad es. la filanda Kramer prospettava su piazza Maggiore, là dove nel 1909 sarebbe sorto Palazzo Malinverni, sede del Comune) tuttavia erano ormai il Cotonificio Cantoni e la Franco Tosi Costruzioni Meccaniche ad attirare in gran numero operai, per i quali negli anni seguenti sarebbe stato necessario realizzare anche nuove abitazioni. Le nuove macchine a vapore consentivano finalmente il distacco dagli opifici dai corsi d’acqua; tra i primi a realizzare nuove fabbriche più grandi e meglio servite da strade e linee ferroviarie.

Il 700° centenario della Battaglia di Legnano

Il ricordo dell’annosa lotta tra i Comuni dell’Italia Settentrionale e l’imperatore Federico I, nel XII secolo, è considerata uno degli elementi maggiormente condivisi in epoca Risorgimentale: sia per l’identificazione tra l’impero germanico del Barbarossa e quello degli Asburgo, sia per l’accordo (all’epoca) tra gli italiani ed i rispettivi vescovi. Questo secondo aspetto, tuttavia, passò in secondo piano dopo il 1848, quando Pio IX cominciò ad essere considerato il principale ostacolo all’unificazione politica nella Penisola.

Il 23 maggio 1859 Garibaldi era sbarcato a Sesto Calende, da dove in pochi giorni era riuscito a cacciare gli austriaci da Varese e da Como. Sostegno logistico e finanziario gli era stato fornito dall’industriale cotoniero Luigi Borghi (1812-1859) e da Andrea Bossi, che nel giugno 1862, quale sindaco di Legnano, invitò il Nizzardo in paese.

Secondo lo storico Paolo Grillo “Nel 1867 a Pontida la celebrazione dell’anniversario [del Giuramento] venne annullata a causa di un’epidemia di colera. Il governo non appoggiò neppure le manifestazioni per il centenario della battaglia di Legnano, nel 1876, con la motivazione che avrebbero potuto offendere i nuovi alleati prussiani. I Savoia, in realtà, avevano poco interesse ad alimentare la memoria delle guerre federiciane. Il modello comunale e federativo era in netta contraddizione con lo stretto centralismo del nuovo Stato.” Grillo fa riferimento ai governi della Destra Storica, dato che tra i sostenitori del Depretis non difettavano certo i “Reduci delle Patrie Battaglie”; la sua osservazione fa comprendere come mai i promotori legnanesi della sottoscrizione per l’erezione d’un monumento celebrativo si mossero tardi e non si coordinarono con la Società Archeologica Milanese, che puntava all’erezione nel Capoluogo d’un monumento al Carroccio. Il 24 maggio, in previsione dell’arrivo a Legnano di alcune migliaia di visitatori, che accompagnavano i gonfaloni delle province italiane e delle città dell’antica Lega (in tutto, ben 197 stendardi) venne inaugurata in piazza Monumento, sul basamento progettato dall’architetto Achille Sfondrini, una statua dello scultore Egidio Pozzi che rappresentava un guerriero in armatura. Purtroppo si trattava d’un bozzetto realizzato in cartapesta e gesso dipinto: la fonderia non aveva voluto eseguire il getto in bronzo prima d’essere pagata. Così alle piogge d’autunno quel guerriero cominciò a cadere a pezzi.

Una sorte decisamente migliore sarebbe toccata invece al Guerriero realizzato tra il 1896 ed il 1900 da Enrico Butti, docente all’Accademia di Brera. All’epoca era sindaco di Legnano Fedele Borghi, industriale cui si deve il rilancio del cotonificio Amman; era parente di Luigi Borghi e del figlio Napoleone (1845- 1882), il quale aveva guidato il Cotonificio Cantoni verso il rilancio e era stato amministratore nella BBA.

Il secondo guerriero aveva ricevuto unanimi consensi già quando il bozzetto era stato presentato alla Triennale di Milano, nel 1897; il sindaco aveva dovuto rimandare l’inaugurazione per dare tempo ai legnanesi di elaborare il lutto per eventi tragici quali lo “stato d’assedio” ordinato dal generale Fiorenzo Bava Beccaris a Milano dal maggio 1898 e la repressione del movimento operaio; l’omicidio di Franco Tosi (novembre 1898) e la scomparsa di Luigi Krumm (aprile 1899). Tutta Legnano partecipò ai tre giorni di festeggiamenti per il monumento del Butti fine giugno del 1900; poche settimane dopo vi fu l’assassinio di Umberto I a Monza.

A ciascuno il suo

«Legnano è una piazza di medie dimensioni nel contesto bancario-finanziario - spiegano Stefano Alberti (responsabile di filiale) e Alberto Castoldi (capoarea Lombardia Sud) -. I clienti desiderano servizi che siano sempre più facilmente accessibili: la semplificazione del necessario aspetto burocratico legato all’avvio e alla gestione dei rapporti trova, sempre di più (dopo l’accelerazione del periodo Covid), una risposta nella crescente digitalizzazione in presenza e a distanza e nell’offerta di servizi h24 tramite canali on line e servizi di Atm evoluto. Registriamo inoltre una crescente domanda di soluzioni finanziarie personalizzate: i clienti vogliono prodotti e servizi che siano adattati alle loro esigenze specifiche, come consulenze su misura e offerte personalizzate. L’home banking è un canale in costante crescita e sempre più “popolare” grazie alla sua convenienza. Ma il contatto diretto rimane comunque necessario per quei clienti che preferiscono interagire di persona o per stabilire un rapporto di fiducia con il consulente bancario, situazione che si verifica in particolare per operazioni complesse o per consulenze finanziarie specifiche e offrire assistenza personalizzata. La filiale ha più di 1.500 rapporti di conto attivi su cui sono gestite masse bancarie che sfiorano i 300 milioni di euro. Aggiungeremmo che Legnano offre un ambiente dinamico e ricco di opportunità per crescere e innovare, dato che la tipologia di clientela, qui molto diversificata, richiede da parte nostra un approccio sempre più flessibile e personalizzato per soddisfare le diverse esigenze finanziarie. Città in costante e continua evoluzione, è una piazza che abbraccia un tessuto economico estremamente diversificato e con una presenza significativa di imprese di medie dimensioni che possono beneficiare di servizi bancari mirati e di una vicinanza più diretta; rappresenta quindi un punto di congiunzione strategico, capace di integrare le esigenze di una clientela variegata e di favorire sinergie tra le diverse realtà territoriali, contribuendo così alla crescita ed alla presenza del Banco Desio, una banca che ha tra le principali mission la prossimità e la vicinanza alla clientela. Nello specifico dell’Area Lombardia Sud, Legnano certamente rappresenta una delle Filiali più importanti sia per dimensioni (masse e n° cc) che per completezza di servizi forniti: al piano terra è presente tutto lo staff della Banca commerciale dove viene anche garantita consulenza di Wealth Management grazie alla presenza di un gestore Private e di un Consulente Finanziario; al piano superiore sono invece presenti un Gestore Commerciale Small Business, di riporto diretto sull’Area, ed una parte della Unit Corporate dell’Area stessa con i relativi assistant. Filiale, quindi, dove il Banco di Desio ha voluto investire inserendo ogni figura utile per poter presidiare e sviluppare la zona».