Palazzo Pianciani: la storia, il restauro

Riportato all’antico splendore grazie all’impegno della Banca Popolare di Spoleto che lo aveva acquistato negli anni Settanta, questo importante edificio contribuisce al recupero ed alla rivalorizzazione del centro storico cittadino

Quando, il 28 aprile 1895, con atto pubblico redatto dal Notaio Domenico Arcangeli, veniva fondata la Banca Cooperativa Popolare in Spoleto, gli amministratori scelsero come sua prima sede alcuni ambienti del primo piano di Palazzo Pianciani, presi in affitto al prezzo di 30 lire al mese.

L’edificio, che a quei tempi ed ancora oggi è la dimora d’epoca più estesa per superficie del centro storico di Spoleto, deriva il nome da quello di un’antica ed importante famiglia, appunto i Pianciani, che, fra XVII e XVIII secolo e cioè nel momento del massimo splendore, si fece costruire una residenza che racchiudeva un nucleo di antiche abitazioni e di case torri risalenti al medioevo le quali, a loro volta, avevano le fondamenta su più remoti insediamenti del periodo longobardo e, addirittura, romano.

Palazzo PiancianiUna famiglia, quella dei Pianciani, decisamente ricca di storia e di censo dal periodo medioevale in poi: nel 1251 furono proprio suoi esponenti a pacificare a Spoleto le contrapposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini; nel 1292 Don Celle di Bartolotto Pianciani fu podestà di Pisa, successivamente Capitano del Popolo a Perugia e podestà di Orvieto; e nel 1394 Don Simone fu l’ambasciatore incaricato di trattare la pace con i Malatesta di Rimini.

Attraverso i secoli, nel 1836 Vincenzo Pianciani è tesoriere del Governo Pontifico, e suo figlio Luigi viene eletto prima Gonfaloniere di Spoleto (nel 1847) poi deputato al Parlamento italiano (nel 1865) e in seguito per due volte sindaco di Roma (1876 e 1881) e amministratore della sua Provincia. È proprio con Luigi Pianciani (scomparso nel 1890) che si completa sia l’ascesa sia il declino di questa grande famiglia, di cui resta a testimonianza nel centro cittadino di Spoleto proprio quel palazzo che, nei decenni successivi alla scomparsa dell’ultimo esponente del casato, sarebbe stato adibito ad uso pubblico e privato fino a quando l’edificio, nel 1977, venne acquistato dalla Banca Popolare di Spoleto.

L’istituto, già interessato da una forte crescita, poteva trasferire così alcuni uffici direzionali e il suo primo sportello cittadino in un immobile dove né il tempo né gli uomini erano riusciti a cancellare i pregi architettonici e l’apparato decorativo originari.

Col tempo, il legame fra la banca e la città di Spoleto venne rappresentato ed incarnato proprio da Palazzo Pianciani, che divenne così sia l’emblema dell’istituto bancario, sia la testimonianza più esatta della sua importanza per i dipendenti, per i soci, per i clienti e per tutta la cittadinanza spoletina.

Palazzo PiancianiDue decenni dopo quell’acquisto, a causa del grave periodo di attività sismica degli anni 1997 e 1998, la Banca fu costretta a trasferire alcuni suoi uffici di direzione in zone decentrate della città, essendo stata dichiarata inagibile parte del palazzo.

Con l’intento di rientrare quanto prima nella prestigiosa sede, l’istituto bancario avviò lo studio delle opere di ristrutturazione a cui sottoporre l’edificio per riportarlo in condizioni di utilizzo e per recuperare quell’identità che lo caratterizzava come luogo rappresentativo dello sviluppo economico e sociale di Spoleto.

Terminato questo periodo di studio, la Banca si assunse l’impegnativo compito di restaurare Palazzo Pianciani recuperando una superficie di 8.343 metri quadrati e ridando vivibilità a due piani nobili caratterizzati da un eccellente impianto decorativo restituito, alla fine delle opere di ristrutturazione, all’utilizzo da parte della comunità.

L’intervento di restauro, iniziato nel 2005 e terminato nel 2010, ha messo a disposizione della città umbra un complesso architettonico capace di contribuire con efficacia al recupero del centro storico cittadino ed alla sua rivalorizzazione. L’importanza dell’operazione di recupero è stata tale da richiedere che essa potesse venire ricordata e illustrata da un pregevolissimo volume – “Palazzo Pianciani - Storia del restauro”, curato da Vincenzo Cimenti e pubblicato dalla Banca Popolare di Spoleto – che, oltre a ripercorrere le varie fasi del piano di recupero, offre un importante contributo di conoscenza non solo del palazzo ma anche della storia della città e della famiglia Pianciani, grazie ad un corredo di testi e di immagini davvero particolareggiato.

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Ultima modifica 30/12/2014