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presidente Desio

Utile netto consolidato in crescita esponenziale, deciso rafforzamento del patrimonio, aumento delle masse amministrate, upgrading dell’indice di sostenibilità.
Per Stefano Lado, presidente del Gruppo Banco Desio, i risultati  del 2023 sono  frutto di un mix tra perseveranza e prudenza

Presidente, qualche mese fa l’inserto economico di un importante quotidiano, a proposito dei bilanci delle banche italiane, titolava “I migliori anni della nostra vita”. Possiamo dire la stessa cosa per il Desio, no?

Nel 2023 in effetti, per differenti motivi, non ultimo ovviamente quello del rialzo dei tassi, ci sono stati nel settore solo vincitori. Chi più chi meno. Il nostro utile netto consolidato sale a 240,04 milioni di euro, +195,1% rispetto all’esercizio precedente, con ricavi in crescita del 19,5%, superando così il target del Piano industriale ’20-’23. In aumento anche margine di interesse (+30,9%) e commissioni nette (+4,3%). Risultati conseguiti anche grazie al badwill (66 mln) del ramo sportelli Carige acquisito da Bper, alla cessione dell’attività di merchant acquiring a Wordline Italia valorizzata per 100 mln e a una radicale razionalizzazione e pulizia del nostro portafoglio.

Qualche altro numero particolarmente significativo?

Registriamo un Roe, cioè il saggio di rendimento sul capitale proprio, al 21,6%, aumentato quindi di 13,8 punti rispetto a quello del 2022, con costo del rischio pari a 58 punti base. Segnalo inoltre il sensibile rafforzamento patrimoniale (che include 46,7 milioni di euro a riserva vincolata in linea col DL del 10 agosto 2023), misura indispensabile per far fronte a eventuali rischi sistemici, con CET1 che passa dal 14,77% al 17,19% e TCR ora al 17,97%, tre punti percentuali in più rispetto al 2022. Crescono anche le masse amministrate: 34,9 miliardi di euro (+17,3%). Aumenta anche la remunerazione per gli azionisti, con un dividendo per azione che passa da 16,69 (2022) a 26,34 centesimi. Riassumendo: non ci possiamo proprio lamentare. Come ha recentemente ricordato anche il nostro A.D. Alessandro Decio, oggi siamo un gruppo più forte e solido. Siamo tuttavia consapevoli che la complessità dello scenario attuale richieda prudenza e capacità di visione.

Veniamo a un tema di moda: l’impegno per la sostenibilità. Come si posiziona il Desio?

Cominciamo col dire che Standard Ethics [agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità, ndr] ha migliorato il rating ESG del Gruppo. La banca è del resto da tempo impegnata a raggiungere le zero emissioni dirette entro il 2030 e indirette nel 2050, a promuovere la diversità e l’inclusione in azienda azzerando il gender pay gap nonché ad aderire ai principali framework internazionali in materia di finanza sostenibile, in linea col Piano Industriale “Beyond 26”, approvato a novembre dello scorso anno. L’ambizione di Banco Desio è quella di essere riconosciuta dal mercato, dalla clientela e dalle istituzioni come una banca che promuove la transizione verso un’economia sostenibile nel pieno rispetto dei valori ambientali, sociali e di buon governo.

La desertificazione degli sportelli bancari è ormai sotto gli occhi di tutti: se ne contano 800 in meno nel 2023. Dal 2014 il calo è stato di oltre 10 mila unità. Voi sembrate invece andare controcorrente. Perché?

Con la digitalizzazione il fenomeno dell’accorpamento, e quindi della diminuzione, degli sportelli è un trend irreversibile. Per banche di medie dimensioni come il Desio è però importante, di pari passo con l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale, anche la presenza sul territorio, per poter seguire da vicino il cliente, soprattutto ascoltarlo direi, e soddisfare le sue esigenze, che oggigiorno sono decisamente più strutturate rispetto a prima. L’operazione Carige e Banco di Sardegna (48 sportelli e 250 risorse in più), ad esempio, va proprio in questa direzione e ritengo che l’Emilia-Romagna potrebbe essere un altro territorio fertile per allargarci. L’home banking non può insomma essere l’unico modello di sviluppo.