Ganus - Ritorno alla terra

Un’azienda vinicola friulana, un brillante imprenditore, una passione per l’eccellenza
Ganus - Ritorno alla terra

Canus: dal latino “canuto”, “senile”, un termine che richiama i benefìci dell’invecchiare e il valore della saggezza. Il nome ideale per una tenuta agricola produttrice di vini, tanto più se insediata in un territorio - come quello friulano - celebre per la produzione enologica fin dai tempi degli antichi romani. Un’azienda che, in tempi recenti, ha conosciuto una nuova vita grazie a Otto Casonato, imprenditore veneto appassionato della terra: “Ho lasciato la campagna da ragazzo per inseguire i miei sogni - ama ripetere - e ora che sono diventato canuto ho chiuso il cerchio e sono ritornato alle mie origini, alla terra”.
Un cerchio che comunque è stato decisamente ampio, quanto la carriera imprenditoriale di Casonato: “Sono entrato in banca a 21 anni - racconta infatti - e poi, all’età di 36 anni, ho iniziato a vendere macchine che lavavano bicchieri e piatti per i ristoranti: sono partito con questa produzione e il primo anno ho venduto 500 macchine. Il lavoro si è sviluppato rapidamente, e con il terzo anno ho iniziato a vedere un futuro più roseo per me stesso e la mia famiglia. Nel 1998 l’azienda ha iniziato ad avere dimensioni piuttosto importanti (avevamo circa 150 dipendenti), e un grosso importatore finlandese mi ha chiesto di vendere. In quel momento avevo 50 anni. E sono ripartito da zero con un’altra attività”.
Inizia così il nuovo progetto imprenditoriale che porta a Steelco, che è oggi un’azienda leader nei sistemi per lavaggio, disinfezione e sterilizzazione in ambito medico-sanitario e scientifico. “Steelco - ricorda Casonato - è nata come un’azienda per la lavorazione dell’acciaio, in quanto nei miei programmi originari avevo bisogno di 2/3 anni di tempo per poter decollare con il prodotto; nel frattempo, quindi, facevo lavorazione per conto terzi. Ma l’idea di base è sempre quella di abbinare innovazione e soddisfacimento dei bisogni del cliente: in questo modo abbiamo creato una realtà con 10 filiali in tutto il mondo e 600 dipendenti. Da qualche tempo sono entrato in partnership con la tedesca Miele, fornendo così all’azienda la garanzia della solidità di una ‘spalla’ internazionale”. Ed è così che, dopo i primi due capitoli della vita imprenditoriale di Casonato, si apre un’altra nuova fase: “A quel punto ho voluto pensare di più alla mia anima e ho creato un marchio nuovo, in un settore nuovo, dedicandomi al vino. Così ho fondato la società Canus: un’azienda agricola con 20 ettari di vigneti situata in Friuli, nei pressi di Corno di Rosazzo”. La tenuta, per la precisione, si trova sul colle di Gramogliano, con una vista mozzafiato sui colli italo-sloveni; “Quando per la prima volta siamo arrivati sopra alla collina - racconta Casonato - io e mia moglie ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: questo è il posto”.
La posizione del vigneto, orientato a sud-est, è di fatto ideale, in particolare per i vini bianchi tipici del territorio. Il terreno, poi, è caratterizzato da quello che Casonato ama definire “l’elemento magico”: la ponca. Con questo termine friulano viene infatti identificato il terreno tipico di quest’area, caratterizzato da un’alternanza di strati di marna e arenaria. La marna è un’argilla calcarea ricchissima in minerali e microelementi, ed è proprio lei a dare a questi vini quelle caratteristiche che li rendono unici e inconfondibili. “Qui - continua Casonato - le viti lavorano da lungo tempo: abbiamo una serie di vitigni dai 20 anni in su, e soprattutto nei vini rossi abbiamo anche dei vitigni di 50 anni. Canus è un’azienda friulana, e qui i vini per eccellenza sono i bianchi: la nostra produzione comprende la Ribolla Gialla, tipica di questa zona, il Friulano, lo Chardonnay e il Pinot Grigio. Abbiamo anche un blend, la cui base è Sauvignon, che ha preso proprio il nome di Gramogliano dalla collina in cui viene prodotto e dove dimora. Ma abbiamo anche alcuni ottimi vini rossi, in particolare il Pignolo, il Mezzo Secolo e il Merlot, tutti con barrique oltre i 36 mesi, che in questo momento stanno dormendo nel caveau dell’azienda”. Già, perché la cantina di invecchiamento di Canus è una vera e propria cassaforte, con tanto di porta blindata: “Una sorta di scrigno, che rappresenta la mia idea di ciò che è il vino e di come deve essere custodito”.
La passione per la terra e per il vino non riguarda soltanto Otto Casonato, ma coinvolge tutta la sua famiglia. Spiega infatti: “Ho tre figlie: Martina si occupa di grafica e ha creato l’etichetta che utilizziamo per i nostri vini. Tutti mi dicono, quando vengono qui: ‘ma rappresenta il panorama che c’è qua attorno!’, e in effetti è come se il vino avesse una memoria visiva di quello che c’è intorno a lui. Non solo: l’etichetta è stata creata con delle sovrapposizioni che danno un leggero rilievo, in modo che non racconti solo una storia visiva, ma che sia anche un’etichetta da toccare, capace di regalare il piacere tattile di tenere in mano la bottiglia. E tutto sommato, questa etichetta riassume un po’ la rappresentazione della mia famiglia: tutti dentro l’azienda, cercando sempre il meglio”.

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Ultima modifica 18/05/2020