Il Paese Ritrovato, nato da uno sguardo d’amore

A Monza un progetto innovativo per combattere l’Alzheimer Una veduta

Gabriella passeggia assorta, cappottino e borsetta indossati con cura. Ci guarda, ci saluta e ci prende la mano. Ci invita a seguirla. L’anziana signora è appena uscita dal proprio appartamento e si dirige al piccolo bar, accanto al quale c’è un minimarket, non prima di essere passata di fronte al salone di bellezza e di aver fatto un visita alla graziosa chiesetta.

Sembra la banale cronaca della mattinata di una semplice pensionata. Ma non siamo in un qualsiasi centro storico di chissà quale cittadina: siamo ne Il Paese Ritrovato.

È un vero e proprio villaggio, con appartamenti squisitamente costruiti attorno a un autentico centro civico, che ospita tutti i servizi di base: dal teatro alla sede della pro loco, dal punto di ristoro al minimarket, dalla palestra ai laboratori artigianali, dal giardinetto all’orto, dalla piazza alla fermata del bus. La differenza è che questo paese ospita persone con demenza e con Alzheimer.

La struttura si trova a Monza, in Brianza. Inaugurata nel febbraio 2018, nasce nell’ambito del qualificato impegno della Cooperativa Sociale La Meridiana, che ha promosso questo progetto innovativo che avrà effetti importanti sia sul piano della cura sia a livello scientifico.

La storia e la quotidianità di Gabriella si affiancano a quelle di altri trenta ospiti (ma presto saranno più del doppio), che soffrono di quella che è stata definita “la malattia del secolo”. Guardi negli occhi queste donne e questi uomini e leggi lo smarrimento di chi ha perso o sta perdendo ricordi e personalità; ma vi si può scorgere anche il senso vero di ogni esistenza, la gioia e la sofferenza di persone normali, che a un certo punto della vita si ritrovano ad affrontare una sfida immane, un oblio che è difficile da accettare anche per i famigliari. La genesi de Il Paese Ritrovato sta qui, in questo sguardo d’amore: “È un villaggio che rivoluziona il modo di intendere la cura e l’assistenza - spiega Roberto Mauri, direttore de La Meridiana -, che offre alle persone malate la possibilità di vivere in libertà e al tempo stesso di usufruire della necessaria assistenza e protezione. Noi siamo convinti che si possa sfidare l’Alzheimer e la demenza senile. Il Paese Ritrovato è una comunità sostenuta da imprese, cittadini, istituzioni, professionisti, associazioni che congiuntamente hanno deciso di promuovere e sostenere questo progetto che ha una solida base scientifica: con noi hanno collaborato il Politecnico di Milano, il CNR (Centro Nazionale Ricerche) e l’Università LIUC di Varese".

La demenza, secondo i dati ufficiali, assumerà nei prossimi anni una dimensione pandemica. Nel mondo, analizzando dati stimati nel 2015, interessa circa 47,7 milioni di malati di cui 7,7 milioni di nuovi casi all’anno. In sostanza si registra un caso ogni 4,1 secondi! Nel giro di venti anni il numero dei malati raddoppierà. Anche i costi della cura sono destinati a lievitare: si prevede che si passerà dagli attuali 818 miliardi di dollari (stimati nel 2015) a una spesa, prevista nel 2018, di oltre 1.000 miliardi di dollari. In Italia le persone colpite dalla demenza rappresentano il 2,09% del totale della popolazione, una percentuale superiore rispetto alla media europea che si attesta a 1,55%. Numeri che, confrontati con quelli del passato, dicono che la crescita delle forme di demenza presenta un trend di tipo esponenziale e sarà una delle malattie che potrà mettere in seria difficoltà la spesa sanitaria e i bilanci degli Stati delle economie avanzate. È possibile stimare che solo a Monza ci siano almeno 2.200 malati, senza considerare i nuclei famigliari che inevitabilmente ne sono coinvolti. Mauri (da oltre 40 anni impegnato nel settore dell’assistenza agli anziani) non si arrende di fronte al fatto che “molte multinazionali hanno abbandonato la ricerca di un farmaco. Non dobbiamo essere pessimisti - dice - perché, mentre le multinazionali lasciano per motivi commerciali, molti prestigiosi centri di ricerca sono in pista e proseguono senza sosta la ricerca di una soluzione. Tanto per dare una cifra, ogni giorno nel mondo si pubblicano trentacinque articoli di carattere scientifico su Alzheimer e demenza. Il Paese Ritrovato non è una medicina. E neanche una terapia. Ma possiede una grandissima qualità: restituire alla persona con demenza la possibilità di godere della libertà e di avere sicurezza”.

In tutti gli spazi de Il Paese Ritrovato ci sono controlli non invasivi per monitorare i pazienti, mentre tutto il personale, grazie a una costante e specifica formazione, è in grado di riconoscere prontamente i bisogni degli ospiti e garantire interventi mirati nel rispetto dell’autonomia residua. In pratica i cittadini di questo speciale borgo hanno un dispositivo che assomiglia a un orologio e che invia messaggi allo smartphone dell’operatore, avvisandolo in caso di eventi critici o situazioni pericolose. Il monitoraggio dell’ambiente e la gestione dei dati raccolti permette lo sviluppo di un modello innovativo che descrive l’interazione degli assistiti con l’ambiente (arredi, oggetti e persone) e fornisce delle indicazioni preziose agli operatori e ai caregiver. “Uno degli obiettivi - continua Mauri - è quello di portare un significativo miglioramento nell’efficacia della gestione, riducendo i costi, non solo in termini economici. Il sistema di supervisione e governance è in grado di profilare le giornate degli ospiti e di valutare sulla base di indicatori il livello di rischio degli scenari quotidiani in base all’uso degli spazi e dello stato emotivo degli ospiti”.

Le attività che gli ospiti svolgono sono ad alto valore qualitativo, grazie anche all’esperienza della Cooperativa Sociale La Meridiana, che le coordina e gestisce: “La nostra organizzazione - aggiunge Mauri - è portatrice di una visione del mondo che non si limita al presente, ma che è in grado di pensare al futuro. L’idea di realizzare un vero e proprio villaggio di cura in grado di garantire alle persone malate la libertà di movimento e allo stesso tempo di garantire l’assistenza e la protezione, è un’idea davvero rivoluzionaria. Non solo. Anche la città e le famiglie avranno un grande beneficio”. Alla Cooperativa (che coinvolge oggi 95 soci, 94 volontari e 350 tra dipendenti, professionisti e consulenti) fanno riferimento anche altre iniziative sul territorio monzese e lombardo: su tutte, la Residenza Sanitaria Disabili San Pietro (che ospita soprattutto Stati Vegetativi e malati di SLA), l’Hospice San Pietro e il Centro Geriatrico San Pietro. C’è un segreto, una particolare alchimia per la riuscita di questa storia di concretezza e affidabilità? “Non c’è una ricetta particolare - spiega Mauri -. Credo che conti molto il lavoro di squadra, la presenza di un team che operi in armonia e con determinazione. La nostra è una squadra formata da persone che hanno una forte motivazione e sono consapevoli, in cuor loro, che i progetti che si stanno realizzando porteranno un grande beneficio a tutta la comunità”.

Per realizzare Il Paese Ritrovato sono serviti dieci milioni di euro. Poco meno di sette milioni sono giunti attraverso donazioni da parte di famiglie, cittadini, imprese, fondazioni e associazioni. Per il resto prosegue la raccolta dei fondi: “Oggi abbiamo bisogno di una filantropia imprenditoriale, di imprenditori sociali capaci di svolgere bene il proprio lavoro, in grado di progettare per il bene comune mettendo in campo tutte le energie - conclude Mauri - Dobbiamo pensare inoltre di rivalutare la storia del nostro territorio e riproporre modelli del passato che avevano la loro ragion d’essere e che oggi possono tornare di moda. Sono state le famiglie benestanti particolarmente illuminate che hanno fatto la storia del welfare e che hanno finanziato ospedali, luoghi di cura, progetti di solidarietà; sono loro i protagonisti del benessere comunitario e su di loro ricade questa responsabilità e questo onore”.

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Ultima modifica 14/02/2019