La festa di San Costanzo a Perugia

La festa di San Costanzo a Perugia

Chissà se anche in un periodo tormentato e complesso come quello che stiamo vivendo, il buon San Costanzo riuscirà a superare tutte le difficoltà e a non saltare il tradizionale appuntamento con la sua festa, una delle più sentite e attese per gli abitanti di Perugia che - come il resto d’Italia - saranno invece costretti a rinunciare a molti eventi in programma nel corso dell’estate.
Il 29 gennaio, infatti, è il giorno dedicato al Santo Patrono della città; anche se sarebbe più corretto dire “uno dei” Santi Patroni, dal momento che Perugia ne vanta ben tre: oltre a Costanzo, San Lorenzo (10 agosto) e Sant’Ercolano (7 novembre). Ma di certo San Costanzo (detto anche “santo della grande freddura” per evidenti motivi meteorologici) occupa un posto speciale nelle tradizioni locali, con una serie di festeggiamenti che hanno il loro culmine nella “Luminaria di San Costanzo”: una fastosa processione che si svolge la sera della vigilia della festa del santo, le cui origini risalgono all’inizio del XIV secolo e che risulta menzionata anche negli statuti medievali del Comune di Perugia.
Uno degli elementi più caratteristici di questo festeggiamento è il fatto di unire elementi della comunità religiosa e della comunità civile della città, entrambi protagonisti di una cerimonia che si ripete da ben sette secoli. Il primo corteo della "Luminaria grande” fu infatti istituito dai nove Priori delle arti del Comune di Perugia l’11 dicembre 1310; la finalità era quella di invocare il martire Costanzo per la salvaguardia e l’accrescimento della pace e della tranquillità del popolo di Perugia. Alla manifestazione dovevano partecipare obbligatoriamente i maggiorenti della città, “recando in mano dei lumi”: i priori delle arti, il podestà, il capitano, i consoli della Mercanzia e gli auditori del Cambio, gli artigiani di tutte le corporazioni, e anche il Vescovo con tutto il clero, oltre al popolo di tutti i borghi.
Così tuttora un lungo e suggestivo corteo, popolato da figuranti in costume medievale provenienti dai cinque rioni storici della città, attraversa il centro storico di Perugia fiaccole alla mano, per terminare con il rito dell’omaggio votivo al Santo di cinque doni- simbolo della storia civile e religiosa della comunità: la corona d’alloro (consegnata da un rappresentante della polizia municipale), il cero (da parte del sindaco), il “torcolo” (tipico dolce tradizionale offerto dagli artigiani), l'incenso (da parte del Consiglio Pastorale) e il vin santo (dono di due giovani sposi). La cerimonia si svolge nella basilica eretta nel luogo in cui – secondo la tradizione – San Costanzo fu sepolto dopo il martirio: un edificio esistente fin dal 1027 e consacrato nel 1205, oggetto di vari rifacimenti nei secoli XVI e XVIII. La chiesa fu poi fu interamente ricostruita nel 1889 in stile neo-romanico dall'architetto Guglielmo Calderini, utilizzando decorazioni in cotto provenienti dalla fornace Biscarini di Perugia, ma alcuni elementi dell’antica struttura sono tuttora riconoscibili: come l'abside e le sculture del portale (fine XII sec.); due stipiti in marmo decorati con tralci di vite e animali fantastici; l’architrave su cui è raffigurato Cristo benedicente e ai lati i simboli degli evangelisti.
Ma chi era questo santo così amato e venerato?
Nato a Foligno e vissuto nel II secolo, San Costanzo fu il primo vescovo di Perugia. Morì intorno all’anno 170, martirizzato al tempo delle persecuzioni dell'imperatore Marco Aurelio nei confronti dei cristiani. La tradizione racconta che Costanzo fu condotto da alcuni soldati davanti al console Lucio e barbaramente flagellato, quindi immerso nell'acqua bollente, da dove uscì miracolosamente illeso. Ricondotto in carcere, convertì i suoi custodi, che lo aiutarono a fuggire. Rifugiatosi a casa del cristiano Anastasio, fu con questo di nuovo arrestato e decapitato nella città di Foligno. Il corpo del santo, dopo il martirio, fu portato a Perugia e sepolto nel luogo in cui fu eretta la chiesa a lui intitolata.
I festeggiamenti per San Costanzo proseguono poi per tutta la giornata successiva alla processione, con una fiera e una mostra-mercato di prodotti tipici e artigianato che animano le vie del centro città, in un evento che riunisce spiritualità, tradizione ed enogastronomia.
E fra le tradizioni più curiose c’è quella che prevede che, il giorno della festa, le giovani nubili curiose di sapere se saranno presto spose si possono recare nella chiesa dedicata al Patrono e osservare il gioco di luci riflesse sulla sua immagine. Secondo il detto, se il Santo farà l'occhiolino, le nozze si celebreranno entro l’anno: "San Costanzo dall’occhio rotondo famme l’occhietto sinnò n’ciartorno”.

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Ultima modifica 02/07/2020