Torino - città del mistero

Una città magica: nel caso di Torino, questo aggettivo non fa soltanto riferimento all’indubbio fascino della città con i suoi mille scorci, i portici eleganti, il parco del Valentino, i caffè storici… Questa città, infatti, è anche universalmente nota per un particolare legame con un mondo segreto, paranormale, in bilico tra esoterismo e massoneria; un aspetto con cui i torinesi “doc” convivono amabilmente, senza troppo clamore, citandolo “en passant” con un velo di ironia ma senza rinnegarne l’esistenza. Tanto che, tra le attrazioni turistiche, esistono anche veri e propri tour organizzati alla scoperta della “Torino magica”.
Questa nomea trova le sue radici nella stessa fondazione della città, Augusta Taurinorum, avvenuta nel 28 a.C. per volere di Augusto. Fin dalle sue origini, l’insediamento era diviso in due zone: quella a est, in direzione del sorgere del sole, in corrispondenza del lato benigno del territorio; e quella a ovest, da dove arrivano le tenebre, in cui venivano sepolti i morti e giustiziati i condannati. È nata così la leggenda di una città in cui confluiscono e si concentrano le forze del bene e del male, su cui gli esperti di esoterismo hanno sviluppato una serie di teorie. Prima tra tutte quella che vede in Torino uno dei vertici del triangolo della magia nera, insieme alle città di Londra e San Francisco; ma anche, al tempo stesso, un elemento del triangolo della magia bianca (questa volta insieme a Praga e Lione). Un luogo, insomma, assolutamente speciale, in cui le forze del bene e quelle del male si incontrano e si scontrano in un continuo intrecciarsi. Di qui sono passati, nel corso dei secoli, famosi alchimisti e chiaroveggenti come Nostradamus, Cagliostro, il conte di Saint Germain; e proprio qui, nel 1903, è nato Gustavo Adolfo Rol, forse il più celebre e controverso veggente e sensitivo d’Italia (ricordato anche da una targa posta sulla sua abitazione di via Silvio Pellico 31).
Non tutti, ovviamente, concordano con una simile interpretazione esoterica; molti, in modo assai più concreto, attribuiscono la fama di Torino come città “diabolica” ai conflitti tra la casa Savoia e la curia romana e all’atteggiamento anticlericale della città. Ma che ci si creda o meno, quella della “Torino magica” resta comunque una tematica interessante e strettamente legata al carattere della città e a certe sue atmosfere oscure e misteriose. Non a caso, il grande pittore metafisico Giorgio de Chirico definì Torino come la città “più profonda, più enigmatica, più inquietante, non d’Italia ma del mondo”.
La Torino “nera” ha il suo cuore in Piazza Statuto, considerata il vertice del triangolo magico: una fama che vede intrecciarsi credenze esoteriche ed elementi storici. Proprio qui, infatti, i romani avevano collocato la necropoli e la vallis occisorum, cioè il patibolo dove venivano giustiziati i criminali. A rimarcare l’oscura nomea del luogo c’è anche il fatto che al di sotto del laghetto della fontana, posta al centro della piazza, si trova lo snodo centrale delle fognature, il cui antico nome di “cloache” aveva il significato di “bocche dell’inferno”. La fontana stessa, dedicata alle vittime del traforo del Frejus, viene da molti considerata l’apice della negatività e la figura principale, un angelo con una stella a 5 punte sulla fronte, viene spesso identificato con Lucifero.
Un secondo luogo cardine del lato oscuro della città si trova nei pressi di piazza Statuto, nel punto in cui convergono corso Regina Margherita, corso Valdocco e corso Principe Eugenio, tradizionalmente chiamato “Rondò della Forca”. Un nome derivante dal fatto che proprio qui, dal 1835 al 1853, venivano eseguite le sentenze capitali alla presenza del pubblico. Nel punto esatto in cui era installato il patibolo, all’angolo con Corso Regina Margherita, oggi sorge una statua dedicata a a San Giuseppe Cafasso, prete che sosteneva spiritualmente i carcerati e i condannati a morte; a brevissima distanza, in via Bonelli 2, si trova invece la casa di Piero Pantoni, ultimo boia della città.
Non manca un capitolo dedicato alla massoneria, che si dice abbia come luogo-simbolo la fontana in bronzo “della Quattro Stagioni” di piazza Solferino. Un monumento dalla storia tormentata: commissionata da Pietro Bajnotti, ministro di Casa Savoia, per ricordare i genitori defunti, la fontana avrebbe dovuto essere realizzata in stile gotico medioevale ed essere collocata davanti al duomo, in Piazza San Giovanni.
Fu invece posta in posizione più defilata, e il motivo, secondo molti, consiste nella sua complessa simbologia, oscura ai più ma perfettamente leggibile dagli iniziati: un vero e proprio compendio di cultura massonica che ricostruisce, attraverso le sue statue, il percorso interiore dell’iniziato per arrivare alla vera conoscenza.
Fra tradizione e leggenda, camminare per Torino può comunque portare alla scoperta di molti altri punti di riferimento considerati legati a elementi di magia nera. Come il “portone del diavolo” del Palazzo Trucchi di Levaldigi, in via XX Settembre, nello stabile costruito dal ministro delle Finanze di Casa Savoia che fu in seguito anche sede della Reale Fabbrica dei Tarocchi. Realizzato a Parigi nel 1675 e fatto installare in una notte (fatto che contribuì ad alimentare la sua fama “diabolica”) il portone è caratterizzato da ricchi motivi decorativi floreali, al cui centro però appare il volto del diavolo e due serpenti. E a conferma della negatività del luogo, il fatto che tra il 1700 e il 1800 il palazzo fu scenario di macabri delitti irrisolti: una danzatrice pugnalata durante una festa, un soldato scomparso nel nulla il cui cadavere fu ritrovato solo vent’anni dopo all’interno di un’intercapedine.
Per fortuna, però, anche stando alle credenze e alle tradizioni Torino ha una parte “bianca” e luminosa, che controbilancia tutte queste negatività. Il centro di riferimento, in questo caso, si trova in piazza Castello: per la precisione, l’epicentro dell’energia positiva è identificato nella fontana dei Tritoni del Palazzo Reale. Per contro, il cancello del palazzo con le due statue dei Dioscuri segna il confine che separa la “città bianca” dalla “città nera”.
Altro punto di riferimento per la magia bianca è considerata la Gran Madre, bellissima chiesa affacciata sul Po, ai piedi della collina: secondo vari esperti di esoterismo, le due statue all’entrata (che rappresentano la Fede e la Religione) mostrerebbero il luogo dove è sepolto il Sacro Graal: una mostrando il calice, l’altra indicando con lo sguardo la direzione da seguire.
C’è poi il Museo Egizio (il secondo più grande del mondo dopo quello del Cairo), in cui tra mummie e sarcofaghi i riferimenti esoterici si sprecano: alcuni considerati ricchi di carica negativa (come i reperti riguardanti il Faraone Tutankamon e la testina mummificata del malefico Seth, fratello e assassino di Osiride), mentre altri (come gli oggetti che riguardano e raffigurano il Faraone Thutmosi III, maestro nelle discipline esoteriche che regnava in Egitto quando la città di Augusta Taurinorum venne fondata) capaci invece di generare una forza positiva tale da portare il saldo del luogo “in attivo”.
Infine, nell’elenco dei simboli esoterici di magia bianca compare anche uno dei simboli più noti e inconfondibili di Torino: la Mole Antonelliana, monumentale edificio a cupola progettato dall’architetto Alessandro Antonelli nella seconda metà dell’Ottocento. In questo caso, l’intero palazzo svolgerebbe la funzione di una enorme antenna che tende al cielo e che irradia sulla città di Torino l’energia positiva presa dal sottosuolo.
Se questa chiave di lettura non è condivisa da tutti, quel che è certo invece è che, in un ambito assai meno soprannaturale, all’interno della Mole è ospitato dal 2000 il Museo Nazionale del Cinema: uno dei più importanti al mondo, che vanta un ricchissimo patrimonio di materiali rari e preziosi (oltre 37.700 titoli nella videoteca, manifesti e materiali pubblicitari, gadget e memorabilia, manifesti e materiali pubblicitari, registrazioni sonore cinematografiche e molto altro). Un centro di eccellenza che, a prescindere da ogni considerazione su elementi di magia bianca o nera, merita senza dubbio una visita.

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Ultima modifica 02/07/2020