Le radici nel passato, gli occhi nel futuro

Ha compiuto 27 anni il Palio degli Zoccoli di Desio, la rievocazione storica che richiama i tempi in cui ai cittadini era vietato l’uso di qualsiasi tipo di calzatura

Le contrade si animano di volti, di sorrisi, di un vivace movimento. C’è fermento, partecipazione, passione ed energia. Una rievocazione storica non è la fredda riesumazione di eventi del passato. Non lo è certamente a Desio, dove da ventisette anni si ripete, sempre con nuova linfa, il Palio degli Zoccoli, un’occasione per far riassaporare a tutti avvenimenti che hanno segnato lo sviluppo di un territorio e che in qualche modo sono stati decisivi per la stessa città di Milano. 
 
In questo modo passato, presente e futuro si sposano alla perfezione, in una fedele ricostruzione di arti, mestieri e personaggi dell’epoca. Nel mese di giugno di ogni anno centinaia di figuranti con i loro tipici costumi rievocano le origini delle undici contrade storiche della città. Armigeri, dame e cavalieri, frati, contadini e cacciatori formano il corteo che parte da Villa Cusani Traversi Tittoni (un gioiello architettonico circondato da un vasto parco), attraversa le vie della città dove sventolano le colorate bandiere di contrada e raggiunge piazza Conciliazione, luogo della disputa del Palio. Tra loro ci sono Ottone Visconti, il vincitore della battaglia di Desio del 21 gennaio 1277, e lo sconfitto Napo della Torre, rinchiuso in una gabbia trainata da una coppia di buoi. 
L’ambito vessillo viene conteso da undici coppie di atleti, rappresentanti delle contrade: con gli zoccoli ai piedi si sfidano in una corsa a staffetta intorno alla piazza e alla Basilica dedicata ai Santi Siro e Materno, con la sua torre medievale famosa in tutto il mondo per il suo concerto di campane.
 
Ma cosa c’entrano gli zoccoli? La battaglia di Desio del 1277 è un momento fondamentale per il passaggio della città di Milano alla Signoria dei Visconti. Nella notte tra il 21 e il 22 gennaio si scontrano a Desio le nobili famiglie dei Visconti e dei Torriani per l’egemonia sulle terre di tutto il Milanese. Sconfitto Napo della Torre, l’arcivescovo Ottone Visconti, dopo sei anni di inutili tentativi, riesce finalmente ad entrare in possesso dell’ambita città. È una battaglia cruenta, narrata da Stefanardo da Vimercate nel poema latino Liber de rebus gestis in civitate mediolani ed illustrata nel ciclo di affreschi nella sala dello Zodiaco della rocca di Angera.
 
La tradizione vuole che prima della storica battaglia di Desio ai popolani fosse vietato l’uso di qualsiasi tipo di calzatura, per non turbare la quiete e la selvaggina in un centro considerato di villeggiatura e di caccia. Solo dopo i sessantacinque anni di età veniva consentito fasciare i piedi con bende e stracci. I Visconti consentono invece l’uso degli zoccoli: quando Ottone Visconti, vincitore, fa il suo ingresso a Desio, viene accolto dal rumore festante degli zoccoli dei desiani, stanchi di dover sottostare a Napo della Torre e pagare la sua occupazione. E’ questo il primo seppur timido passo effettuato dai desiani verso una migliore condizione di vita.
 
Il Palio degli Zoccoli è oggi un evento di valenza regionale: sono migliaia le persone che arrivano in città il giorno della contesa dell’ambito vessillo, solitamente nella prima decade del mese di giugno. E Desio si scopre bella, colorata, vivace, competitiva. 
Negli anni il corteo si è arricchito di partecipanti che sfilano con leggiadria e fierezza, la qualità dei costumi e degli allestimenti è cresciuta e lo spirito agonistico delle contrade è alle stelle. In tanti si ritrovano a tifare per i colori della propria contrada e per gli atleti che, zoccoli ai piedi, ne portano poi i segni per giorni e giorni.
 
Centinaia di donne e di uomini lavorano dietro le quinte durante tutto l’anno per offrire un risultato perfetto e originale in ogni dettaglio. C’è un sano senso di appartenenza e un gran desiderio di riscoprire le radici e la storia della città, che lungo le generazioni si è sviluppata da semplice borgata rurale della bassa Brianza a sede di importanti fabbriche nell’epoca industriale, guardando ora al futuro con gli occhi fiduciosi dei tanti giovani che sono i protagonisti del Palio.

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Ultima modifica 05/02/2016