Raggiungere fasce sempre più ampie di consumatori

E’ questo l’ambizioso programma della Urbani tartufi, un’ azienda simbolo del made in Italy che distribuisce i propri prodotti principalmente negli USA e in altri 68 Paesi del mondo

«Il nostro segreto è la fortuna di poter mettere in campo ogni giorno la dedizione e l’amore verso un prodotto così meraviglioso come il tartufo. Dobbiamo essere grati della possibilità di poter fare il lavoro che amiamo ed è per questo che noi diamo sempre il massimo in azienda». Giammarco Urbani descrive così il segreto dell’azienda di famiglia. Un’impresa che da più di un secolo ha fatto del tartufo, della sua trasformazione e della sua commercializzazione una passione più che un business. La Urbani tartufi infatti non è solo una società, ma è un simbolo del suo territorio, con il quale mantiene un legame strettamente legato al prodotto, ma anche alle persone che ci vivono. Ed è anche per questo che, negli anni, è diventata uno dei simboli del Made in Italy nel mondo.

Urbani Tarufi


Quando nasce la Urbani tartufi?
“La Urbani tartufi nasce nel 1852 da un’intuizione del mio bisnonno, Paolo Urbani, che decise di dedicare la propria vita a questo nobile prodotto. Nel 1920, mio nonno Carlo e mia nonna Olga iniziarono a esportarlo, fornendo i migliori ristoranti francesi e, soprattutto, le migliori industrie alimentari francesi. Nel 1950, con l’ingresso in azienda di mio zio Paolo e, poi, nel 1960, con l’arrivo di mio padre Bruno, l’attività si è ingrandita ulteriormente, riuscendo a raggiungere una trentina di mercati nel mondo. Tra questi anche gli Stati Uniti”.


La società è sempre rimasta in mano alla famiglia Urbani?
“L’impresa è sempre stata famigliare. Mio padre, che ha avuto accanto per molti anni suo fratello Paolo, è sempre alla guida ma, ogni giorno di più, ripone nelle mani delle giovani generazioni l’eredità professionale e umana che ha maturato in cinquant’anni di carriera. A partire dal decennio 1990-2000 è così entrata in azienda la quarta generazione composta da me, mia moglie Paola, mio fratello Carlo, mia cugina Olga. Olga, figlia di Paolo, svolge la sua attività di controllo generale, spaziando dal settore marketing alle pubbliche relazioni, responsabile dell’immagine e dell’amministrazione della Urbani tartufi e delle sue consociate. Carlo è responsabile del settore marketing e commerciale estero. Io sono responsabile e Ceo della Urbani America, del settore vendite Italia e ideatore della Urbani funghi, nuovo settore in costante crescita. Negli ultimi anni sono poi arrivati i figli di Olga: Luca e Francesco Loreti. Luca lavora nel settore vendite e marketing estero, segue clienti e visitatori e assiste la famiglia nelle mille problematiche giornaliere. Francesco ha iniziato nel campo dell’acquisto dei funghi porcini, ora sta sviluppando il progetto della coltivazione del tartufo e spazia anche nel settore commerciale, sia italiano che estero, nonostante i suoi soli vent’anni”.


Urbani TartufiCom’è cresciuta l’azienda?
“Il 1979 ha rappresentato un anno importante. La Urbani tartufi acquista la Morra tartufi Alba, una notissima azienda del settore. Questo ci ha permesso di offrire alla clientela tutta la gamma di tartufi e di prodotti a essi legati. Ma non si è fermata lì. Sotto la direzione di mio padre Bruno, nel 2005, abbiamo aperto la prima filiale partecipata al 100% negli Stati Uniti con sede a New York. Nel 2007 abbiamo iniziato a occuparci di funghi spontanei. Nel 2008 è nata l’Accademia del tartufo, un luogo dove ricevere i cultori, gli amanti del tartufo e gli chef per poter «giocare» con questo fungo e creare nuovi prodotti e nuovi sapori. Abbiamo inoltre aperto un museo del tartufo dove si può respirare l’aria della nostra azienda”.


Ma partiamo dall’inizio: il tartufo...
“Il tartufo è il protagonista della nostra storia aziendale. Urbani acquista da sempre dai più grandi commercianti di tartufi che portano negli stabilimenti di Sant’Anatolia di Narco (Pg) i migliori tartufi bianchi e neri. Qui viene fatta una prima selezione per stabilire quale parte del prodotto verrà commercializzato come fresco. Questo tartufo viene pulito (lavato o spazzolato a mano) e spedito tale e quale verso i mercati. Il tartufo ha una vita molto breve, ma quello che non vendiamo come fresco riusciamo, grazie a tecnologie d’avanguardia, a lavorarlo in modo tale da esaltarne le caratteristiche naturali e permettere nuove occasioni d’uso. Può infatti essere surgelato oppure essere stabilizzato termicamente e venduto in vasi di vetro o anfore. O, ancora, trasformato in semilavorato per essere poi utilizzato come ingrediente fondamentale per quei prodotti che hanno una ricetta a base di tartufo: salse, condimenti, olii, farine, cioccolatini, ecc. Oggi, l’azienda gestisce il 70% della produzione di tartufo del mondo e commercializza 700 prodotti diversi a base di tartufo. Con circa 60 milioni di euro di vendite annuali, la Urbani è il leader indiscusso del settore”.


Quali prodotti avete introdotto nel vostro catalogo?
“Attualmente l’azienda si divide in quattro divisioni: tartufo fresco; tartufo conservato o semilavorato per l’industria; salse e condimenti; funghi spontanei. Al dettaglio e ai ristoranti vendiamo: tartufi freschi in vasi di vetro, ma anche salse, creme e paté, fonduta e formaggio, burro, farina, pasta, olio, prodotti dolciari. Alle industrie di trasformazione vendiamo, invece, tartufi surgelati, conservati e disidratati. Abbiamo una linea bio, con prodotti ottenuti da metodi di coltivazione e di produzione che escludono l’utilizzo di prodotti di sintesi e organismi geneticamente modificati; una linea kosher, con prodotti adatti all’alimentazione dei fedeli di religione ebraica; una linea vegetariana e vegana. Abbiamo anche una serie di prodotti pronti adatti alla cucina veloce di questi tempi. Infine, negli ultimi anni, abbiamo iniziato a trattare i funghi, che commercializziamo e che possono essere degustati in moltissimi ristoranti di prestigio anche all’estero”.


Quali sono i vostri mercati di riferimento?
“Il nostro principale mercato è quello statunitense. Negli USA, la sede principale è a New York alla quale si aggiungono le sedi di Los Angeles, Las Vegas, San Francisco e Chicago. Oltre agli Stati Uniti, Urbani esporta in altri 68 Paesi, dei quali i principali sono Francia, Germania, Svizzera, tutto il Medio Oriente, Giappone, Hong Kong, Singapore, Taiwan e Australia. Abbiamo inoltre una filiale ad Alba e una a Milano. La rete di vendita è molto ampia. L’azienda distribuisce a ristoranti, negozi gourmet, supermercati e industrie di trasformazione”.


Nonostante l’internazionalizzazione, la vostra azienda ha un forte legame con il territorio...
“Il tartufo è un prodotto della terra. Tutti coloro che manipolano il tartufo devono essere conoscitori ed esperti e radicati nel territorio. L’esperienza è fondamentale. In azienda abbiamo personale proveniente da famiglie che da generazioni lavorano con noi. Sono uomini e donne (fin da subito la nostra azienda ha dato fiducia alle donne) che sono legati all’azienda e alla terra nella quale vivono”.


...un legame che avete voluto celebrare attraverso un museo.
“Il Museo del tartufo si trova a Scheggino (Pg) ed è dedicato alle memorie di mio zio Paolo. Nelle sue sale si ripercorre la storia della nostra azienda e dei processi di trasformazione del prodotto. Ma è anche un «museo da vivere», che dà la possibilità di entrare davvero nella vita del tartufo. Ci si può infatti avventurare, su

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Ultima modifica 10/06/2015