Selle a misura di cavallo e cavaliere

Quella di Prestige Italia è una produzione di alta gamma che, grazie a una serie di importanti caratteristiche costruttive e qualitative, è capace di imporsi sui mercati di tutto il mondo, dall’Europa all’Africa, dalle Americhe all’Asia all’Oceania

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uella di Prestige è la storia di un successo tutto italiano. Un successo costruito sulla capacità di coniugare l’attenzione al prodotto, tipica dell’artigianato, e la serialità (anche se minima), propria dell’industria. Ma anche su un mix fatto di sapienza antica e di innovazione di materie prime legate al territorio e di vocazione all’esportazione. Il prodotto è la sella, insieme ai finimenti. Prodotti antichi come il mondo, ma che Prestige Italia ha saputo trasformare, nel pieno rispetto della tradizione, ed è stata in grado di farli diventare oggetti di qualità, apprezzati in tutto il mondo. Sì, perché Prestige Italia è una realtà leader a livello mondiale nel comparto della selleria e i suoi prodotti sono in vendita in tutti i continenti. Ne abbiamo parlato con Mario Ceccatelli, che di Prestige Italia è Amministratore delegato.

Dove e quando è nata l’azienda?

“L’azienda nasce a Quargnenta, una frazione di Brogliano nella Valle d’Agno (Vi), nel 1974. Quella della Prestige è la storia di una classica piccola-media impresa italiana. Nata per iniziativa della famiglia Stocchetti-Rasia era una piccolissima realtà artigianale con uno o due dipendenti. Con il tempo e l’intraprendenza dei proprietari, l’impresa è cresciuta diventando un punto di riferimento nel settore della selleria. Nei primi trent’anni gli uffici e la produzione sono rimasti a Quargnenta, che è in collina. Poi, una decina di anni fa, abbiamo trasferito gli uffici commerciali e amministrativi a Trissino. Qualche tempo dopo, è stato deciso di trasferire anche la produzione a valle, sempre a Trissino, dove è stata costruita una nuova fabbrica. Qui abbiamo concentrato la direzione, gli uffici commerciali e amministrativi, l’ufficio ricerca e studi, il magazzino e, ovviamente, la produzione”.

Un’azienda nata in un territorio famoso per le sue concerie...

“Certo, la Prestige, che originariamente si chiamava Appaloosa (come la razza di cavalli nordamericani), è stata creata nel distretto produttivo di Arzignano. Qui, da decenni, la lavorazione del pellame ha raggiunto livelli qualitativi d’eccellenza. La famiglia Stocchetti-Rasia aveva già maturato una forte esperienza in questo comparto, in particolare nel settore anti-infortunistico. Ma, forte anche di una passione per i cavalli e per l’equitazione, ha deciso di diversificare la produzione. Si è così concentrata sulla selleria (selle e finimenti), un settore di nicchia, per appassionati, ma con un grande valore derivato dalla sua anima artigianale e dal suo legame con la cultura produttiva italiana”.

Originariamente era quindi un’azienda più artigianale che industriale...

“Direi di sì. Era proprio una bottega artigianale nella quale i volumi produttivi erano ridottissimi, ma di grandissima qualità. Ma la lavorazione della sella e dei finimenti ha tuttora una forte connotazione artigianale. Nonostante i volumi produttivi siano aumentati grazie all’introduzione dei macchinari, il 70% della lavorazione è ancora manuale. La nostra potremmo definirla un’industria artigianale, dove la componente umana è ancora fondamentale”. 

Quanti dipendenti ha la vostra azienda?

“Attualmente Prestige ha un centinaio di dipendenti. Si tratta di personale fortemente specializzato nella realizzazione di questo prodotto. Il nostro è un settore molto piccolo, complessivamente il comparto dà lavoro a qualche centinaio di lavoratori. È quindi difficilissimo trovare persone formate. Ecco perché noi formiamo i nostri dipendenti all’interno dell’azienda grazie a un processo di affiancamento con personale più anziano ed esperto. Questo metodo ci permette, proprio come accadeva nelle botteghe medioevali, di trasmettere le conoscenze di lavorazioni particolari. D’altra parte non ci sono scuole per insegnare il mestiere. All’estero sono nati istituti che formano i mastri sellai, ma in Italia, al momento, non c’è ancora nulla in questo senso”.

Quindi la vostra attività rispecchia i canoni classici dell’artigianato...

“Direi di sì. Noi abbiamo in catalogo una quarantina di selle declinate in più di settanta modelli, che possono essere personalizzate secondo le esigenze del singolo cliente. Arriviamo al consumatore finale attraverso i rivenditori che acquistano le selle come da catalogo oppure richiedendo delle personalizzazioni per meglio adattare le selle alle caratteristiche specifiche del cavallo e del cavaliere. Diciamo che la nostra azienda può essere paragonata a una sartoria. Come il sarto deve tenere presente le caratteristiche del suo cliente (altezza, struttura fisica, ecc.) per confezionargli un vestito su misura, così Prestige deve tenere conto delle caratteristiche specifiche del cavallo e del cavaliere per confezionare una sella adatta”.

Quali tipi di selle realizzate?

“Noi produciamo solo selle per la monta inglese. Sono selle particolari che si distinguono per il fatto di avere una coppia di cuscini, attaccati al di sotto del seggio e riempiti con fibre sintetiche o latex. Fra i due cuscini vi è un canale mediano, che impedisce il contatto diretto fra le parti rigide della sella e la colonna vertebrale del cavallo. È costruita su un telaio chiamato arcione che sostiene il cavaliere. Le nostre selle vengono utilizzate per l’equitazione in tutte le sue specialità”.

Le vostre selle sono particolari perché avete un telaio di concezione rivoluzionaria. Quali sono le caratteristiche di questo telaio?

“Il telaio delle selle Prestige, che è concepito per adattarsi perfettamente al cavallo e mantenere il migliore assetto del cavaliere, viene costruito con un particolare mix di fibre composite che permette di recuperare in peso almeno un chilogrammo rispetto ai telai tradizionali e che non necessita d’alcun rinforzo metallico. Questo telaio ha alcuni vantaggi rispetto a quelli costruiti con materiali naturali come il legno, che è elastico, ma sempre “vivo” e che pertanto con il variare delle condizioni atmosferiche e il passare degli anni muta le sue caratteristiche diventando meno stabile e meno resistente. 

“Il telaio Prestige, invece, è stato appositamente studiato per dare la stessa elasticità del telaio in legno assicurando però la massima stabilità nel tempo, non a caso la sua garanzia è a vita tranne in caso di incidente. In più, il telaio Prestige è sempre modificabile nell’apertura: può essere stretto o allargato in base alla morfologia del cavallo senza dover smontare la sella. Questo consente d’utilizzare il prodotto anche in presenza di variazioni di morfologia del cavallo”.

Producete solo selle o anche altri prodotti?

“Prestige Italia crea non solo le selle, ma anche i finimenti. Nel nostro catalogo è quindi possibile trovare briglie, redini, sottopancia, staffili, staffe, pettorali, martingale, sottosella, paracolpi e prodotti per la pulizia”.

Chi è l’utente finale al quale vi rivolgete?

“Abbiamo diversi tipi di clienti finali: dall’amatore allo sportivo al grande campione di equitazione. E quindi abbiamo una gamma di selle che copre tutte le esigenze, da quelle base a quelle professionali. La nostra gamma è completa ma, ci tengo a dirlo, si tratta sempre di prodotti di qualità medio-alta”.

Come promuovete i vostri prodotti?

“Per promuovere la nostra produzione, oltre a sfruttare i canali tradizionali del mondo della pubblicità utilizziamo i metodi più moderni quali la presenza su Facebook, ma innanzitutto ci affidiamo a testimonial d’eccezione. Sono questi i campioni dei diversi comparti del mondo dell’equitazione, il dressage, il salto a ostacoli, il cross-country, i concorsi completi. Nomi? Posso citarvi tra gli altri Ludger Beerbaum, Meredith Michaels Beerbaum, Marco Kutscher, Michel Robert, Helen Langehanenberg, Sandra Auffarth, tutti campioni ai vertici delle rispettive discipline”.

Dove acquistate le materie prime?

“La pelle e il cuoio vengono acquistati quasi esclusivamente in Italia. Ci approvvigioniamo prevalentemente in Veneto (Arzignano) e in Toscana (Val d’Arno). Ogni anno, acquistiamo alcune piccole partite in Austria e in Francia. Ma sono veramente una piccola parte del pellame che utilizziamo in azienda. Oltre a pelle e cuoio, per realizzare una sella servono alcuni inserti di minuteria meccanica: anche questi li acquistiamo in Italia e, in piccolissima parte, all’estero (Taiwan). Detto questo, possiamo però affermare che il nostro è un prodotto «Made in Italy» perché, oltre a essere assemblato nel nostro Paese, si avvale in prevalenza di materia prima italiana”.

Su quali mercati operate?

“Noi vendiamo le nostre selle in tutti i continenti. La maggior parte del fatturato proviene dall’Europa e, in particolare, da Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Paesi scandinavi, che sono i mercati principali per tutto il nostro settore e, quindi anche per la nostra azienda. Esportiamo anche nel continente americano (soprattutto Stati Uniti, Canada e Messico, ma mandiamo anche piccole partite in Brasile, Colombia, Ecuador, Honduras), in Oceania (Australia e Nuova Zelanda), in Africa (Egitto e Sudafrica), in Medio Oriente (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Israele, Kuwait, Libano e Oman) e in Asia (Corea del Sud, Giappone, Kazakistan, Indonesia, Iran, Singapore, Tailandia, Taiwan)”.

La Cina è un mercato promettente per molti settori. Anche per il vostro?

“In Cina abbiamo iniziato a vendere da qualche anno. Nel Paese, però, la passione e la cultura del cavallo non sono ancora molto diffuse e quindi non sono stati fatti grandi investimenti nelle infrastrutture (che per l’equitazione sono fondamentali). Credo comunque che ci siano grandi potenzialità e che, in un prossimo futuro, la Cina potrebbe dare anche alla nostra azienda grandi soddisfazioni”.

Il vostro settore come ha reagito all’attuale recessione?

“Direi che ha reagito bene. In generale, la selleria non ha risentito della crisi. Credo che ciò sia dovuto al fatto che il nostro comparto ha una forte vocazione all’esportazione (il 97% del fatturato di Prestige Italia proviene, infatti, dall’estero) e ciò ci ha permesso di sopportare meglio il forte calo della domanda interna. Lo stesso vale per il settore del pellame, che è stato uno dei comparti che ha meglio risposto all’urto della crisi negli ultimi cinque-sei anni”.

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Ultima modifica 05/02/2016