SPOLETO e il suo Festival

SPOLETO e il suo Festival
Si sono da poco spenti gli echi degli applausi dell’ultima edizione, svoltasi dal 28 giugno al 14 luglio, e già al Festival di Spoleto - meglio noto con il suo “storico” nome di Festival dei 2Mondi - si incomincia a pensare al futuro. Perché questa straordinaria manifestazione conferma anno dopo anno la sua vitalità e la sua capacità di innovare, sperimentare, scoprire e far scoprire al pubblico le più interessanti tendenze nel mondo della cultura e dello spettacolo.
Un’approccio che caratterizza il Festival fin dalla sua nascita, nell’ormai lontano 1958, quando il celebre compositore Giancarlo Menotti scelse proprio Spoleto quale luogo ideale per creare una manifestazione che celebrasse l’arte in tutte le sue forme. Un concept che rese ben presto il Festival l’appuntamento per eccellenza con il fermento culturale al di qua e al di là dell’oceano, e che portò a Spoleto i più grandi protagonisti del cinema e della scena teatrale, celebri danzatori e coreografi, poeti, drammaturghi, scrittori.
Anche nel periodo più recente, il Festival è cresciuto progressivamente: da undici anni sotto la guida del regista Giorgio Ferrara, ha saputo conservare e sviluppare il suo carattere originale e il suo prestigio internazionale quale storico luogo d’incontro tra culture diverse, dove ogni estate da ogni parte del mondo si danno appuntamento le grandi arti della scena: Opera, Musica, Danza, Teatro. Il programma della scorsa stagione è stato inaugurato da una nuova produzione, Proserpine (opera lirica in due atti tratta dall’omonimo poema drammatico di Mary Shelley e diretta dallo stesso Giorgio Ferrara), e si è chiuso con il tradizionale Concerto finale a Piazza Duomo dell’Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma. Nel mezzo, un ricchissimo cartellone di eventi di tutti i tipi: danza (rappresentata dal Dutch National Ballet con uno spettacolo omaggio al coreografo Hans Van Manen, e dai ballerini-allievi della Ecole-Atelier Rudra Bejart di Losanna fondata da Maurice Béjar); teatro (con nomi prestigiosi come quelli di Adriana Asti, Marisa Berenson, Lucinda Childs, Emma Dante, Eva Riccobono, Andrée Ruth Shammah); musical (con lo strabiliante Fashion Freak Show di Jean Paul Gaultier, interpretato da un folto cast di attori, ballerini, cantanti e artisti circensi, che racconta cinquant’anni di cultura pop attraverso lo sguardo unico ed eccentrico dell’enfant terribile della moda); musica (con un ricco appuntamento di concerti e con le esibizioni di Stefano Bollani insieme a Hamilton De Holanda e del cantautore Vinicio Capossela), ma anche interessanti progetti interdisciplinari (come il programma speciale realizzato in collaborazione con il Festival Bauhaus100 e l’Akademie der Künste di Berlino) ed eventi culturali con importanti giornalisti, con le performance di Corrado Augias e Paolo Mieli.
Anche la più recente edizione, la numero 62, ha avuto come di consueto il sostegno di Banca Popolare di Spoleto; la banca - entrata nel 2014 a far parte di Gruppo Banco Desio - conferma così la propria volontà di collaborare con altre importanti strutture e istituzioni locali per portare l’attenzione del mondo sulle risorse e le eccellenze del territorio, per sostenerle e rilanciarle.
Del resto la banca, come istituzione, è nata storicamente proprio per soddisfare le esigenze degli uomini e ha dato vita alla struttura finanziaria che ancora oggi regola le grandi nazioni: un’idea che ha rivoluzionato il mondo, e non solo da un punto di vista economico-finanziario; ed è oggi necessario tornare alle radici e, nel rispetto di queste, creare spazio e occasioni per idee nuove e sperimentazioni proficue.
Per questo motivo, la partecipazione di Banca Popolare di Spoleto al Festival ha un significato assai più vasto di una semplice “sponsorizzazione”, ma nasce piuttosto dalla considerazione di quanto il Festival dei 2Mondi sia a tutti gli effetti una fonte inesauribile di nuovi talenti, di nuove idee, di spunti creativi e di riflessione: un incubatore dove le sperimentazioni trovano spazio e da cui possono andare lontano.
Concetti che sono stati ribaditi anche dall’avvocato Stefano Lado, presidente del Gruppo Banco Desio, all’interno del suggestivo filmato prodotto per l’occasione dal gruppo bancario: a commento delle immagini girate durante il Festival (disponibili on line all’interno del canale Youtube di Gruppo Banco Desio), il presidente ha preso spunto dall’anniversario dei 110 anni dalla nascita di Banco Desio per sottolineare lo spirito di “banca territoriale” che permea l’intero Gruppo: “Il fatto di essere qui dopo 110 anni ci dà soddisfazione, ma dobbiamo guardare avanti… senza dubbio la cultura è importantissima e credo che al giorno d’oggi vada riscoperta: soprattutto in un territorio come questo, dove la cultura e l’agricoltura la fanno un po’ da padroni. Il festival ha portato 130.000 persone in una città come Spoleto, un dato effettivamente rilevante; crescere insieme vuol dire fare un percorso insieme, mantenendo comunque le caratteristiche di origine della nostra banca. Cerchiamo di dare il buon esempio, e credo che sia questo ciò che ci ha permesso di rimanere ancora oggi sul mercato, dopo oltre un secolo”.
L’appuntamento con la prossima edizione del festival è dal 26 giugno 12 luglio 2020; anche se questo non significa che si debba attendere fino ad allora per visitare quella che - anche senza il richiamo dei grandi palcoscenici teatrali - è una delle più belle e affascinanti città d’Italia. A partire dalla scenografica Piazza del Duomo, con la sua discesa che conduce alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, per continuare con il panorama della imponente Rocca Albornoziana e dell’inconfondibile Ponte delle Torri immerso nel verde che circonda l’intera città, fino a testimonianze di tempi ancor più antichi come il Teatro Romano e l’adiacente Museo Archeologico Statale. Ma l’affascinante realtà di Spoleto non si limita ai numerosi monumenti che compaiono sulle guide e sui testi di storia dell’arte: la città va apprezzata e assaporata visitando con calma le tranquille vie del centro storico, su cui si affacciano negozi e botteghe artigiane; sperimentando i ristoranti tipici e i bar dove gustare le molte prelibatezze locali; ammirando l’eleganza dei palazzi nobiliari. Primo tra tutti Palazzo Pianciani, nell’omonima piazza: la dimora d’epoca più estesa per superficie del centro storico di Spoleto, che fu costruita dalla famiglia Pianciani tra il XVII e il XVIII secolo inglobando un nucleo di antiche abitazioni e di case torri risalenti al medioevo (le quali, a loro volta, avevano le fondamenta su più remoti insediamenti del periodo longobardo e romano) e che è ora sede della Banca Popolare di Spoleto, riportata a nuovo splendore dopo un importante lavoro di restauro iniziato nel 2005 e terminato nel 2010.
E se camminando per la città ci si ritrova a vivere una inconsueta sensazione di “déjà-vu”, è del tutto normale e spiegabile: l’intero centro urbano, infatti, è ormai da quasi vent’anni l’ambientazione principale della celebre fiction televisiva “Don Matteo”, che ha come protagonista il prete-detective interpretato da Terence Hill. Tanto che non è inconsueto imbattersi in troupe intente a girare nuove puntate della serie, come pure in gruppi di “cineturisti” alla ricerca degli scenari visti sul piccolo schermo: la canonica, la caserma dei Carabinieri e il parlatorio (situati in realtà presso il Duomo), la chiesa di Don Matteo (che è di fatto la Basilica di Sant’Eufemia, all'interno del cortile della residenza arcivescovile), la strada dove Don Matteo è solito passeggiare (Corso Garibaldi) e molti altri scorci caratteristici.
Fra tradizione e modernità, scenari bucolici e atmosfere operose, Spoleto continua a rappresentare un punto di riferimento da molteplici punti di vista: storico, sociale, economico, culturale.
Confermando così la validità e la lungimiranza della scelta con cui, più di sessant’anni fa, l’inventore del Festival Giancarlo Menotti la pose per la prima volta alla ribalta del mondo internazionale delle arti e dello spettacolo.
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Ultima modifica 04/11/2019