Un Presidente di lungo corso in BPS

Piena sintonia e modello condiviso e comune per le banche del Gruppo

La macchina è già pronta all’ingresso della sede e Tommaso Cartone con l’immancabile trolley si affretta a raggiungerla. Destinazione Spoleto. Approfittiamo della sua cortesia per ottenere un passaggio a Milano e per porre qualche domanda al Presidente della banca spoletina.

Dottor Cartone, da qualche mese a questa parte le sue trasferte in terra umbra sono diventate una consuetudine....

Ovviamente con la nomina a Presidente gli impegni in BPS sono aumentati e dedico alla banca spoletina alcuni giorni della settimana. Ma la maggior parte del mio tempo di lavoro gravita ancora necessariamente su Desio.

Restiamo in tema BPS: in tre anni dall’acquisizione la banca ha visto molti cambiamenti, alcuni dei quali hanno esercitato un forte impatto sul territorio e sul contesto economico e sociale di riferimento.

Certamente. Abbiamo lavorato inizialmente al risanamento della banca e l'abbiamo riportata in utile. Un nuovo logo e brand hanno anche contribuito a rilanciarla come immagine e presenza sul territorio e sui mercati di riferimento. Sul fronte interno si è lavorato per promuovere una impostazione gestionale maggiormente intonata allo stile e alla cultura aziendale della “casa madre” e ulteriori interventi sono stati realizzati sul fronte dello sviluppo degli affari e del modello di servizio. In questo aiutati - occorre dirlo - da una forte corrispondenza tra Banco e controllata in termini di segmenti di clientela servita e di abitudine a una relazione molto stretta e radicata con i nostri interlocutori.

Possiamo quindi affermare che il progetto di integrazione con il Banco può dirsi concluso?

Direi di sì, grazie anche al decisivo operato del mio predecessore, il Presidente avv. Lado e dell’ex direttore generale Antoniazzi (ora direttore generale del Banco, ndr). Le banche si muovono in sintonia e su un modello condiviso e comune; restano ancora alcuni interventi ma si tratta di “fine tuning”, del tutto fisiologico in relazione alla complessità delle azioni sin ad oggi intraprese.

E come commenta la recente revoca della quotazione del titolo BPS da parte di Borsa Italiana?

Sul tema ritengo opportuno riaffermare quanto già evidenziato anche in un recente passato: nel 2014 nell’Accordo di Investimento, sottoscritto dal Banco e dalla Popolare di Spoleto in amministrazione straordinaria e previamente reso noto al mercato, si erano delineati i principali passi che avrebbero portato la banca nel nostro Gruppo. Nell’agosto dello stesso anno, abbiamo poi assunto il controllo della Popolare di Spoleto tramite un aumento di capitale di 140 milioni, perché la banca necessitava di fondi per ripristinare una adeguatezza patrimoniale compromessa. In coerenza con il progetto che prevedeva la creazione di un Gruppo con un polo al Nord e uno al Centro Italia, abbiamo quindi conferito alla controllata una trentina di filiali toscane e laziali del Banco Desio. Questo ha ulteriormente elevato la quota di maggioranza del Banco, sino all’81,7%. Contestualmente, al fine di consentire un parziale riequilibrio del flottante, abbiamo messo a disposizione degli azionisti 11 milioni di warrant allo stesso prezzo con il quale il Banco aveva dato corso all’acquisizione. L’opportunità offerta prevedeva la conversione 1 a 1 con le nuove azioni BPS, con una finestra ampia che andava dal luglio 2015 al giugno 2017: un arco temporale che avrebbe messo l’azionista BPS in condizione anche di valutare e apprezzare lo sviluppo e i progressi della banca. Purtroppo, a conclusione del periodo citato, le conversioni in warrant sono risultate non sufficienti a riportare il flottante al valore minimo richiesto dal regolamento di Borsa Italiana che ha successivamente dovuto procedere alla revoca della quotazione sul MTA delle azioni BPS nell’ottobre scorso.

Veniamo ora al Gruppo. Come giudica i conti recentemente approvati nel consolidato al 30 settembre scorso?

Se non consideriamo gli impegni di solidarietà a sostegno del sistema che ci hanno visti coinvolti, possiamo considerarci soddisfatti, anche in correlazione a una situazione generale del paese e dell’economia in particolare, che non sono ancora a posto.

E le recenti diatribe tra BCE e Parlamento europeo sui crediti deteriorati certo non giovano...

Guardi, la BCE svolge il suo compito: tutela la stabilità del sistema e quindi i rischi sistemici sono costantemente sotto la sua attenzione. Le banche italiane soffrono per un elevato livello di crediti non performing rispetto ad altre realtà nazionali, dove però, voglio rammentarlo, abbondano titoli tossici e derivati. In ogni caso, guardando alla nostra situazione interna, propenderei piuttosto per stimolare ulteriormente i nostri legislatori a lavorare per riforme che rimuovano o non alimentino situazioni che creano, nei fatti, presupposti per interventi drastici della Banca Centrale.

Un'ultima domanda sugli scenari nel comparto: fare banca è sempre più difficile, alle incertezze di mercato, all’affacciarsi di nuovi competitor e relativi modelli distributivi, si aggiungono molte innovazioni che - segnatamente in sede comunitaria - vedono le banche italiane destinatarie di provvedimenti di notevole portata. Basti pensare alle novità introdotte sul fronte della consulenza finanziaria e del sistema dei pagamenti.

Sono norme europee ad alto impatto sulle nostre strutture ma che curiamo da tempo con gruppi di progetto dedicati. Se con MiFID, dieci anni fa, è stata introdotta una vera e propria svolta nei rapporti con la clientela, lato investimenti, con la prossima fase (ndr MiFID2) saranno introdotte – sempre a tutela del cliente – ulteriori stringenti garanzie che il prodotto finanziario, prodotto o intermediato, sia in linea con il target di clientela cui è destinato. Il cliente otterrà ancora maggior trasparenza e ciò non potrà che migliorare la qualità dei rapporti con la sua banca. Anche PSD2, la direttiva sui servizi di pagamento che ha per obiettivo quello di creare un mercato unico di tali servizi, ha al centro il cliente: che si vedrà maggiormente tutelato sia sul versante della sicurezza, sia sul lato delle potenzialità di accesso ai servizi di pagamento elettronici. E in una prospettiva più ampia, non dobbiamo dimenticare i temi legati a FinTech e alle tecnologie blockchain, temi ancora poco esplorati a livello bancario ma con i quali dovremo fare i conti come sistema. Gli investimenti per le banche in termini di IT e nuovi modelli di business e di servizio sono (e saranno) notevoli e ineluttabili.

La clientela, a fronte di ulteriori innovazioni, come reagirà?

È difficile a dirsi, certo sarà sempre più complesso intercettarla e convincerla a sceglierci. Quindi molto dipenderà da noi, dalla nostra capacità di mobilitare le nostre competenze distintive entro nuovi assetti di mercato e di logiche distributive e nel farle percepire e apprezzare sempre meglio al cliente. Un cliente che sarà maggiormente agguerrito, che farà scelte sempre più attente e ponderate. E questo è un bene anche per noi, perché è sempre meglio avere a che fare con un cliente preparato e informato. Perché è un cliente che quando ti sceglie, come interlocutore o partner, si muove sulla base di un rapporto trasparente e fiduciario. Un cliente che non ha timori nel fare le domande, valutare diverse opzioni e opportunità e che ha il diritto di ottenere risposte chiare, oneste e trasparenti.

Siamo arrivati a destinazione e scendiamo in prossimità di una stazione della metropolitana milanese. L’autista ha fretta perché la strada da fare
è molta. Mentre lo ringraziamo per la disponibilità e il tempo dedicatoci, Tommaso Cartone ci sorride, ma le carte estratte dalla borsa reclamano già la sua attenzione. Sarà una lunga trasferta di lavoro, come le altre.
Buon viaggio Presidente.

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Ultima modifica 26/02/2018