Il FinTech accelera - panoramica di un nuovo trend

Il settore dei servizi finanziari si trova attualmente al centro di una rivoluzione di vasta portata e senza precedenti, nota come FinTech, derivante dall’applicazione della tecnologia alla finanza.
Il FinTech accelera

“ Non è la specie più forte che sopravvivrà, nemmeno la più intelligente. Ma quella più capace di adattarsi ai cambiamenti” (Charles Darwin)

In poco meno di trent’anni, la digitalizzazione ha pervaso il mondo che ci circonda, dalla rapida diffusione della telefonia mobile alla nascita di internet e, più recentemente, dei social media e dei Big Data. La “rivoluzione digitale”, intesa come la diffusione su ampia scala delle tecnologie digitali, ha modificato radicalmente lo stile di vita e il modo di comunicare e di agire delle persone, con impatti significativi su tutti i comparti produttivi. Tra questi anche il settore dei servizi finanziari si trova attualmente al centro di una rivoluzione di vasta portata e senza precedenti, nota come FinTech, derivante appunto dall’applicazione della tecnologia alla finanza. Attualmente, nella sua globalità, questo nuovo settore si compone di cinque categorie principali. Al primo posto possiamo senz’altro annoverare quella dei mobile payments (pagamenti elettronici) che rappresenta probabilmente la maggior innovazione degli ultimi tempi, in considerazione dell’elevatissimo tasso di crescita dovuto per lo più alla massiccia diffusione degli smartphone. Questi possono configurarsi come pagamenti a distanza, di solito eseguiti tramite internet, oppure pagamenti in prossimità, in genere eseguiti direttamente nel punto vendita e basati sulla tecnologia NFC che permette di riconoscere il telefono se avvicinato a un apposito lettore. Il comparto degli intermediari finanziari non poteva restare immune da questa rivoluzione e, infatti, sta prendendo sempre più piede il cosiddetto digital lending: l’offerta FinTech nel settore del credito. Tale sistema consente, tramite una piattaforma telematica, di mettere in relazione diretta prestatori e prenditori di fondi, rendendo possibile il trasferimento delle risorse in surplus provenienti da una moltitudine di singoli risparmiatori ai singoli richiedenti credito, senza l’intervento di un intermediario finanziario. Le piattaforme, quindi, riescono a eseguire gran parte dei processi della catena di intermediazione che in passato erano appannaggio esclusivo degli intermediari abilitati. La tecnologia applicata alla finanza, in questo caso, non si limita a rendere più veloci, semplici ed economiche parti dell’attività di intermediazione, ma pone in essere le condizioni per rendere superflua e dunque sostituire del tutto l’intermediazione stessa nella sua forma tradizionale.
Tra le maggiori innovazioni dell’ecosistema FinTech annoveriamo poi la robo advisor, ossia la prestazione di servizi finanziari attraverso strumenti automatizzati. Si tratta di un vero e proprio consulente finanziario virtuale che, sfruttando la tecnologia, offre servizi di consulenza al pubblico in modo efficiente e a costi contenuti rispetto a quelli connessi alla prestazione del servizio face-to-face. I robo advisor rispondono quindi a un tentativo di democratizzazione dei servizi di consulenza. La crisi del 2008 ha portato, tra le altre cose, a un restringimento dei finanziamenti da parte delle banche e delle altre istituzioni finanziarie. La ricerca di nuove soluzioni ha agevolato lo sviluppo di modalità di finanziamento alternative, tra le quali il crowdfunding, che si caratterizza per essere uno strumento di raccolta fondi attraverso il quale il promotore di un’iniziativa richiede al pubblico (crowd), tramite una piattaforma, somme di denaro per sostenere un progetto o un’attività specifica (funding). I progetti che sono proposti sulle piattaforme prevedono di norma un obiettivo, in termini di quantità di risorse, e un termine entro il quale raccoglierle. Alla scadenza tutte le promesse di investimento saranno ultimate e accreditate sul conto intestato al promotore del progetto. In caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo finanziario, nessun versamento sarebbe perfezionato e il finanziatore non si vedrebbe addebitare l’importo promesso.
Infine, la Blockchain è la tecnologia che regola il funzionamento della valuta virtuale più diffusa e celebre, ovvero il Bitcoin. Il suo fine è quello di consentire lo scambio, sicuro e in tempo reale, di moneta virtuale tra più soggetti senza la necessità che la transazione sia validata da un’autorità centrale. Grazie alla natura del suo funzionamento, questa tecnologia è una soluzione che le istituzioni finanziarie possono utilizzare per certificare la conclusione di qualsiasi tipo di transazione e può inoltre essere utilizzata in molti altri settori, quali quello sanitario, quello pubblico e così via.
L’esplosione del fenomeno FinTech ha fatto gridare a molti all’imminente capitolazione del tradizionale settore bancario e finanziario. In realtà, le enormi potenzialità insite nelle start-up del ramo FinTech dovrebbero essere considerate non una minaccia, ma al contrario un’opportunità di rinnovarsi e modernizzarsi attraverso forme di collaborazione e partnership (Fintegration) con esse. Molto probabilmente, in un futuro prossimo, il progredire della digitalizzazione porterà a una forte convergenza tra le aziende FinTech e le banche tradizionali. La Fintegration, infatti, si presenta come un processo in cui le prime porteranno innovazione e agilità, mentre le seconde forniranno la dimensione e il brand. Si tratta comunque di un tema cruciale, dal momento che le innovazioni FinTech hanno aperto nuove opportunità di business e ridotto significativamente il costo di nuove iniziative; aprirsi all’innovazione per le grandi istituzioni tradizionali è essenziale non solo per evitare la concorrenza delle FinTech stesse, ma anche per contrastare le minacce che potrebbero presto arrivare dalle grandi società digitali internazionali che, grazie alle loro attività, hanno già a disposizione basi utente decisamente ampie e profilate.

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Ultima modifica 12/03/2021