SILVER ECONOMY

La terza età ringiovanisce i consumi?
SILVER ECONOMY

“Saper invecchiare significa saper trovare un accordo decente tra il tuo volto di vecchio e il tuo cuore e cervello di giovane.” (Ugo Ojetti, scrittore e giornalista)

Più di cento anni dopo, l’Italia è tornata, demograficamente parlando, alla sconfitta di Caporetto del 1917. E purtroppo non si tratta di una metafora, ma di statistiche ufficiali. Il processo di invecchiamento del nostro Paese non è una novità, ma l’accelerazione che lo rende pericoloso ha una data ben precisa: il 2015.
Da quell’anno in poi, come ha di recente ricordato il Censis, il nostro Paese ha perso 436.000 cittadini, come se l’intera città di Bologna fosse scomparsa dalla carta geografica. Un’emorragia di queste proporzioni non si verificava dal triennio 1916-18, per la doppia strage legata alla Grande Guerra e all’epidemia della mortale influenza Spagnola. Nel nostro Paese gli over 60 ammontavano nel 2016 a circa 17 milioni di individui che, secondo le proiezioni del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, arriveranno a 23,3 milioni nel 2040 (39,4% della popolazione). Ma questo non è un problema solo italiano: il 2018 è stato il primo anno nella storia dell’umanità in cui, a livello globale, il numero di ultra-sessantaquattrenni ha superato quello dei bambini con meno di cinque anni. E il trend di “longevity” sta accelerando: tra il 2018 e il 2030, il numero di persone con più di sessant’anni è destinato ad aumentare del 42%, contro appena l’8% degli “under 60”.
Se fosse uno Stato sovrano, la sua economia si posizionerebbe, per dimensioni, alle spalle solo di due colossi come Stati Uniti e Cina: si tratta della “Silver Economy”, ossia l’economia che ruota attorno agli over 65, ed è proprio questa fetta di popolazione che potrebbe giocare un ruolo davvero determinante nell’economia. La Commissione Europea ha iniziato a parlarne già nel 2006 e sei anni dopo ne ha certificato l’importanza con l’istituzione dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni: un fenomeno che lo stesso Esecutivo comunitario ha definito “il risultato delle opportunità che nascono dalla spesa pubblica e dalla spesa dei consumatori relative all’invecchiamento della popolazione e alle esigenze specifiche della popolazione over 50”. La Commissione UE ha quindi commissionato uno studio, denominato per l’appunto “The Silver Economy”, realizzato dal Gruppo Technopolis e da Oxford Economics, che ha preso in considerazione la popolazione europea di età superiore ai 50 anni fino agli ultracentenari e ha indicato che 199 milioni di europei (il 39% dell’intera popolazione) sono già oggi i protagonisti di questa nuova economia e diventeranno 222 milioni nel 2025, arrivando al 43% della popolazione.
Dal punto di vista macroeconomico gli impatti di queste cifre saranno significativi. Gli esperti non hanno dubbi: il pensionamento di milioni di baby boomers nati nel secondo dopoguerra e il declino dei tassi di nascita dei loro nipotini stanno contribuendo a mantenere i tassi di interesse a un livello storicamente basso. Di più: secondo la Banca Centrale statunitense “i soli fattori demografici hanno provocato un declino di 1,25 punti percentuali nei tassi di interesse e nel Pil reale dal 1980”, con l’invecchiamento della popolazione che così si rivelerebbe il maggior responsabile del declino della crescita economica negli ultimi 38 anni. Un altro elemento da tenere in considerazione è il ridimensionamento dei generosi sistemi di welfare, che porterà ad assegni previdenziali meno sostanziosi che in passato, riducendo di conseguenza i consumi e quindi la pressione sull’inflazione. Se il trend di invecchiamento della popolazione non è invertibile (o, almeno, non pare possibile nel breve), quello che va rivisto e aggiornato, invece, è il modello di approccio. Ne consegue che il tema della Silver Economy necessiti un cambio di prospettiva, un diverso modo di affrontare l’invecchiamento della popolazione, cogliendone non solo le criticità, ma anche l’intero quadro di opportunità che offre. In pratica la domanda legata ai fabbisogni degli anziani rappresenta non solo un costo sociale da sopportare, ma anche il motore per un nuovo modello di sviluppo. In questa prospettiva, l’invecchiamento della popolazione può essere fonte di nuove soluzioni tecnologiche e generare innovazione sociale, alimentando la crescita economica e l’occupazione con ricadute positive non solo per gli anziani, ma anche per i giovani.
Come suggerisce il nome, la Silver Economy non è un mercato ma un’economia. Più precisamente è una “cross economy”, un insieme di attività che attraversano vari mercati e ambiti produttivi: sanità, assistenza sociale, edilizia, trasporti, assicurazioni, industria alimentare, comunicazioni, turismo, cultura e tempo libero. Soprattutto se si pensa che i consumi riconducibili a questa fascia sono stati stimati in 3.700 miliardi di euro. Un contributo diretto a cui vanno aggiunti un contributo indiretto e uno indotto sull’economia, che portano a stimare complessivamente la Silver Economy in 4.200 miliardi di euro: un volume di attività economiche in grado di sostenere oltre 78 milioni di posti di lavoro. Infatti, il potere d’acquisto globale degli over 60 raggiungerà i 15.000 miliardi di dollari già nel 2020, quasi tre volte tanto rispetto ai livelli del 2015, impiegando ad esempio, negli Stati Uniti, 89,4 milioni di lavoratori. La senilità comporta indubbiamente lati negativi, ma, se ben governata, può dunque diventare anche elemento di sviluppo economico per le opportunità originate dai consumi legati alla soddisfazione dei bisogni di una popolazione più anziana sempre più numerosa. Anche in Italia l’invecchiamento della popolazione può generare benefici per l’economia, considerando che questa categoria presenta una situazione reddituale e patrimoniale migliore rispetto alla media: tra i 55 e i 64 anni il 40% delle famiglie dispone di una ricchezza netta superiore a 250 mila euro, percentuale che resta superiore al 30% per le famiglie i cui componenti hanno da 65 anni in su.
Ma come spendono i loro soldi i senior? Per capirlo bisogna considerare che, in genere, si distinguono in due macro-categorie: quella degli “anziani-anziani”, riconducibili alle tematiche della non autosufficienza e della fruizione dei servizi sanitari, e quella degli “anziani-giovani”. Questi ultimi sembrano essere più incisivi a livello di consumi, visto l’apporto che possono dare allo sviluppo economico grazie alla loro salute psico-fisica, una condizione che li aiuta a vivere attivamente. Inoltre, a loro volta, possono essere suddivisi fra chi vuole rimanere al lavoro e chi preferisce spendere la quiescenza godendosi il tempo libero.
Farmaceutica, Servizi per la Salute e Residenze per Anziani naturalmente la fanno da protagonisti, ma si sta parlando di una novità che riguarda anche il mondo dei Servizi Culturali e Ricreativi, i Viaggi e il Turismo, la Domotica e il Digitale diffuso, l’Alimentazione e la Nutraceutica, i Servizi Bancari e Assicurativi, l’Immobiliare per i Senior, persino il Fashion, per citare i settori dove l’impatto della Silver Economy può essere più rilevante.
L’innovazione tecnologica avrà un ruolo determinante. La sanità connessa sarà uno dei settori più dinamici. Lo sviluppo di nuovi dispositivi fornirà supporto nel monitoraggio dei parametri biologici, nella prevenzione delle malattie e favorirà l’adozione di stili di vita più salutari. Nuove informazioni saranno messe a disposizione del personale medico, migliorando le diagnosi e la prescrizione dei medicinali, riducendone i rischi di reazioni avverse.
Inoltre, la diffusione di servizi di assistenza integrata tra strutture sanitarie e abitazioni private migliorerà la sostenibilità del settore assistenziale e ridurrà l’isolamento sociale degli anziani. Apporti altrettanto significativi sono attesi dallo sviluppo della medicina di precisione e più in generale dalle potenzialità generate dall’integrazione fra big data e intelligenza artificiale. Cresceranno le aspettative verso la robotica, sia assistiva che sociale. I robot potranno fornire assistenza direttamente agli anziani. Sono previsti punti di convergenza tra robotica e intelligenza artificiale. Anche “l’Internet delle Cose” apre le porte a una nuova generazione di ambienti domestici in grado di favorire l’autosufficienza degli anziani.
Per chi è deciso, invece, a vivere la sua “seconda giovinezza” come “consumatore”, il cosiddetto Silver Tourism potrebbe essere la soluzione adatta, grazie alla crescita costante degli over 50 che viaggiano o impiegano in modo attivo il loro tempo libero. Circa 140 milioni di turisti over 60 sono attesi in Europa nel 2030, secondo il rapporto della Commissione Europea: il quadruplo di quelli del 2010.
La maggior parte arriverà dall’Asia, quindi Sud e Nord America ed Europa. In pratica un raddoppio rispetto al 2013, quando hanno viaggiato 76 milioni di over 65. Soluzioni come migliori infrastrutture, trasporti accessibili, hotel adatti alla terza età e tecnologie inclusive, o anche solo la previsione di una specifica assistenza medica nei pacchetti di viaggio, non dovranno più essere considerate esperienze isolate. Infine, i pensionati sembrano sempre più propensi a continuare a risparmiare principalmente per due motivi: il desiderio di lasciare soldi in eredità ai loro cari e l’incertezza sulla loro aspettativa di vita e quindi sui costi sanitari legati alla vecchiaia. In quest’ottica, importanti ricadute si avranno anche sul fronte della gestione del risparmio. E infatti l’offerta di prodotti finanziari che puntano su questo comparto è in continua crescita.
Se l’invecchiamento della popolazione è stato associato a prospettive negative (pressione sul sistema pensionistico, aumento della spesa pubblica), d’ora in avanti occorrerà modificare l’approccio. In prospettiva, da una visione chiusa nella cornice della “White Economy” e focalizzata sui servizi sanitari e assistenziali, si passerà alla “Silver Economy”, una visione più complessa e sfidante.
La longevità deve essere riconosciuta come una grande conquista dell’umanità, una sfida che va osservata con nuove mappe mentali, con un’idea rinnovata del lavoro e dello scorrere dell’età, nel rispetto del dialogo tra le generazioni e delle diversità. Non solo un’opportunità da cogliere, ma anche diversi scenari da esplorare, a cominciare dai nuovi territori della progettualità umana dove l’innovazione tecnologica e quella sociale s’incontrano e si alimentano vicendevolmente.

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Ultima modifica 02/07/2020