"Noi eravamo": il nuovo film sulla Prima Guerra Mondiale

Noi eravamo

Per la regia di Leonardo Tiberi, già autore del precedente “Fango e Gloria”, la nuova opera cinematografica racconterà le vicissitudini , peraltro poco note e raccontate, dei moltissimi emigranti italiani che allo scoppio della prima guerra mondiale rientrarono in Italia e – come volontari – si arruolarono e combatterono nelle diverse armi

Quasi un migliaio persero la vita, immolandosi per una patria, che pur lontana, costituiva ancora un riferimento importante delle loro origini e della loro identità.  
Tra questi giovani anche un figlio di emigrati, nato negli Usa da padre originario delle Puglie e madre triestina. Allo scoppio della “guerra europea” - cosi veniva definito il primo conflitto mondiale in quegli anni -  il nostro, con una laurea in Legge alla New York University, è assistente del Procuratore Generale di New York. Eppure lascia famiglia, affetti ed una brillante carriera, si arruola e diverrà il comandante dei piloti americani che opereranno sul fronte italiano, inquadrati nell’arma aeronautica italiana, imparando a volare sui nostri velivoli Caproni. Il suo nome è Fiorello La Guardia. Rientrato negli Usa alla fine del conflitto, La Guardia  diverrà per più mandati sindaco di New York, città che riconoscente per la sua opera di accorto e lungimirante amministratore, gli intitolerà tra l’altro il suo secondo aeroporto cittadino.

Noi eravamo
La sua storia ambientata in un aeroporto veneto, perfettamente ricostruito, si intreccia con quella di due fratelli di origini venete, Guglielmo e Luciano,  che provenienti dall’Argentina si uniscono ai ventimila emigrati che da quel paese rientrarono in Italia, anche loro come volontari per combattere sul fronte italiano. Completa la parte “fiction” la storia di una crocerossina  che nell’ospedale da campo annesso all’aeroporto assiste insieme alle colleghe i feriti che arrivano dal fronte, figura emblematica che rappresenta idealmente il corpo di volontarie della Croce Rossa attive nelle retrovie.
Naturalmente anche per questa opera cinematografica il regista si è avvalso per completare il racconto di materiale documentario originale tratto dagli archivi dell’Istituto Luce. I preziosi  reperti filmati sono stati restaurati, colorati e sonorizzati restituendo alle immagini quelle caratteristiche di “attualità” e quindi di testimonianza che il degrado del materiale e il “bianco e nero” imposto dalla tecnologia allora disponibile non erano più in grado di restituire allo spettatore.

Ultima modifica 30/06/2016