Tempo di bilanci, progetti e prospettive: ne parliamo con Angelo Antoniazzi, Direttore Generale Gruppo Banco Desio
Direttore, il futuro - ma ormai anche il presente - è sul digitale?
Ho sviluppato il mio intero percorso di carriera in banca e posso affermare che l’industria bancaria è radicalmente cambiata in questi ultimi anni. Con l’avvento della tecnologia, si sono modificati i modelli di business, soprattutto nel retail banking, nell’asset management, nel corporate banking. Noi siamo una banca fortemente radicata nel territorio con le nostre filiali, ma questo non significa ignorare l’evoluzione tecnologica che sta sempre più coinvolgendo il nostro settore innescando profondi cambiamenti. Faccio un esempio: oggi con uno smartphone si può fare tutto più rapidamente, pagando e acquistando in mobilità e dando una spinta alla velocità dei movimenti/investimenti. Tutto questo rende necessaria un’evoluzione della cultura aziendale che passa anche per la formazione di nuove professionalità all’interno della banca. Il Gruppo Banco Desio ha messo a punto tecnologie per innovare piattaforme di pagamento digitale, per consentire alla propria clientela di pagare con le loro App. Adottiamo un modus operandi di nuova generazione, cercando di trarre beneficio dai cambiamenti strutturali.
Quindi crescere migliorando l’offerta dei servizi?
Il 2019 sta procedendo in maniera soddisfacente in considerazione del particolare momento di mercato. La banca ha terminato i primi nove mesi con un utile netto consolidato di pertinenza della capogruppo di 33,7 milioni, con un rialzo del 44,6%.
La raccolta complessiva da clientela è stata di 26,5 miliardi, con un incremento del 7% sul 2018, di cui la raccolta diretta conta per 11,3 miliardi (+ 5,6%), con un rapporto impieghi verso la clientela ordinaria/raccolta diretta all’84,7%, mentre la raccolta indiretta per 15,2 miliardi (+8,1%) con un rialzo del 6,9% per la clientela ordinaria e del 10,1% di quella istituzionale. Gli impieghi verso la clientela ordinaria si sono attestati a circa 9,6 miliardi di euro.
Le nuove erogazioni a famiglie e imprese sono state pari a 1,5 miliardi di euro, a dimostrazione di una costante erogazione del credito, a conferma della grande attenzione della banca verso tutti i suoi clienti, privati, artigiani, commercianti e piccola media impresa.
Sì, la convention organizzata a Firenze per festeggiare i 110 anni del Banco è stato un importante momento di aggregazione e di scambio di opinioni, soprattutto ora che il nostro Istituto – a seguito dell’incorporazione della controllata BPS – conta 260 filiali distribuite in 10 regioni.
Riunire – quindi – più di 500 persone, che sono abituate a condividere lo stesso posto di lavoro e di business in un’occasione diversa dalle solite, penso sia stata un’ottima opportunità per alimentare e mantenere i rapporti, al fine di incrementare lo spirito di gruppo e migliorare la relazione all’interno dell’azienda.
Se si considera, inoltre, che abbiamo un assetto societario molto snello, tutto ciò favorisce l’immagine positiva che si trasmette anche all’esterno, consentendoci di avere ampia fiducia da parte della nostra clientela e della comunità finanziaria.
Con questo spirito, ribadisco quanto detto alla convention: il percorso di rinnovamento e rilancio della nostra banca non sarebbe possibile senza l’elemento più importante: “le persone”
Direttore, il futuro - ma ormai anche il presente
- è sul digitale?
Ho sviluppato il mio intero percorso di carriera in
banca e posso affermare che l’industria bancaria è
radicalmente cambiata in questi ultimi anni. Con l’avvento
della tecnologia, si sono modificati i modelli di
business, soprattutto nel retail banking, nell’asset management,
nel corporate banking.
Noi siamo una banca fortemente radicata nel territorio
con le nostre filiali, ma questo non significa ignorare