Meno “sofferenze”, più solidità

Intervista a Riccardo Marciò, Responsabile Direzione NPL

Solo da pochi mesi (per l’esattezza dal 5 marzo scorso) Riccardo Marciò è a capo della Direzione NPL - Non Performing Loans, la struttura di Gruppo Banco Desio che si occupa della gestione dei crediti deteriorati. Un ambito di attività poco conosciuto dai “non addetti ai lavori”, ma a cui si sta dedicando una sempre maggiore attenzione per la sua rilevante importanza nel generale funzionamento aziendale. Abbiamo quindi voluto rivolgere alcune domande al responsabile, per capire meglio che cosa sta dietro questa sigla.

Iniziamo con un po’ di storia: quanto è mutato nel corso del tempo il concetto di gestione dei crediti deteriorati, le cosiddette “sofferenze”?

Decisamente molto. Fino a una decina di anni fa questo tipo di crediti venivano trattati dalle banche in modo tradizionale, con una gestione interna del rischio e conseguenti procedure di recupero credito. Uno scenario che è cambiato radicalmente con le nuove regole della BCE, recepite poi da Bankitalia: la normativa ha infatti imposto un rapporto molto più stringente tra i crediti deteriorati e i crediti in bonis presenti nel portafoglio delle banche; il tutto in un momento di crisi economica che portava i dati in direzione opposta rispetto alle richieste della normativa. Questo ha reso indispensabile una diversa, più moderna e più efficiente gestione dei crediti deteriorati.

In che cosa consiste, in pratica, questo processo di modernizzazione del credito deteriorato? Quali sono state le azioni intraprese da Gruppo Banco Desio?

Già all’inizio del 2018 è stata presa la decisione di utilizzare la cosiddetta “Gacs”, cioè la garanzia di Stato. Il meccanismo, in questi casi, prevede una serie di passaggi che partono dalla costituzione di una SPV (Special Purpose Vehicle), società a struttura leggerissima che acquista dalla banca il pacchetto di crediti deteriorati; per finanziare tale operazione la SPV emette obbligazioni, che vengono poi rimborsate a seguito del recupero dei crediti. È in questa fase che entra in campo la Gacs: le obbligazioni, infatti, possono essere immesse sul mercato suddivise in diverse classi (senior, mezzanine e junior), a seconda del grado di prelazione nel rimborso e, di conseguenza, del livello di rischiosità: Attraverso la Gacs, il pagamento delle obbligazioni “senior” è comunque garantito dallo Stato: un “paracadute”, quindi, che rende questa categoria di obbligazioni parificata ai Titoli di Stato. La banca può in questo modo cartolarizzare e liberarsi nel modo più efficace ed efficiente dei crediti deteriorati che appesantiscono il suo bilancio. Si tratta di procedure altamente specialistiche ed estremamente delicate, che nel corso di quest’anno il Gruppo Banco Desio ha posto vantaggiosamente in essere con un’importante operazione del valore di un miliardo di euro.

L’attività della Direzione NPL è quindi chiamata a un’attività estremamente composita…

Certo, perché ci sono molti fattori che possono influire sul risultato complessivo dell’operazione: una volta che le obbligazioni sono poste sul mercato, infatti, gli investitori devono effettuare una serie di valutazioni per quantificare la coerenza tra il rendimento atteso e il grado di rischiosità del titolo: valutazioni che sono influenzate tra l’altro dall’andamento del PIL e dei consumi nazionali, oltre che dai calcoli di attualizzazione della liquidazione del credito (a loro volta influenzati dai tempi della giustizia civile, particolarmente penalizzanti in Italia).

Inoltre, per rilasciare la sua garanzia lo Stato richiede a sua volta alla banca precise assicurazioni sulla solidità dell’operazione: a questo fine, è obbligatorio che ogni cartolarizzazione sia sottoposta dalla banca all’esame preventivo di una società di rating, la quale dovrà fornire un parere positivo sul livello di rischiosità ponderato; un lavoro davvero enorme, che vale la pena di svolgere solo per operazioni di grande portata. È anche facile comprendere come questo rating sia strettamente collegato alla generale valutazione del rischio-Paese; e devo dire che è stato per noi di grande soddisfazione aver potuto portare a termine con successo la nostra operazione, nonostante nel periodo maggio-giugno scorso il contesto fosse decisamente poco favorevole.

Dopo questo grande intervento, che cosa è mutato nella banca? E quali saranno i prossimi passi?

Con l’operazione della primavera scorsa il Gruppo Banco Desio è innanzitutto entrato a pieno titolo nel ristretto novero delle banche più virtuose per quanto riguarda il cosiddetto “NPL ratio”, cioè il rapporto tra i crediti deteriorati e il totale dei crediti: un dato che si riflette positivamente sulla complessiva valutazione aziendale.

La sfida, ora, è quella di conservare il buon risultato ottenuto, mantenendo tale rapporto il più basso possibile attraverso l’utilizzo di una molteplicità di leve: in primo luogo, ovviamente, intervenendo alla radice attraverso un’oculata politica di concessione dei crediti; ma anche con una modernizzazione della gestione “tradizionale” del recupero crediti, che tenga conto della composizione del portafoglio e degli andamenti del mercato, grazie a banche dati ampie e costantemente aggiornate; infine, se necessario, con la messa in atto di operazioni straordinarie di cartolarizzazione sul tipo di quella effettuata quest’anno, anche se per importi più contenuti.

Di fatto è proprio questa la grande rivoluzione degli ultimi anni: un cambio di mentalità, ancor prima che di strumenti. Fino a una decina di anni fa le “sofferenze” erano considerate figlie di un dio minore: qualcosa di cui non si parlava e su cui meno che mai si investiva. Oggi il NPL ratio rappresenta uno dei parametri fondamentali per la valutazione delle banche da parte della BCE, su cui si gioca una fetta importante della credibilità del singolo istituto di credito. È quindi necessario mettere a disposizione della funzione NPL tutte le risorse, sia gestionali che umane, per svolgere al meglio questa attività; il tutto, ovviamente, senza gravare eccessivamente sul bilancio complessivo. Un equilibrio non certo facile, che il Gruppo Banco Desio ha mostrato di saper gestire nel modo migliore attraverso scelte e investimenti che, dati alla mano, si sono rivelati vincenti.

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Ultima modifica 14/02/2019